Quando abbiamo dato 11/10 a Super Mario Galaxy
La storia del numero assegnato a un classicissimo e l'antipatica abitudine di far scomparire i videogiochi del passato.
Ciao,
”il mondo è più bello con Super Mario Galaxy”. Con queste parole chiusi la recensione del gioco di Nintendo per Wii, nel 2007. Presa così, senza pensarci tanto, può sembrare un’esagerazione, ma ne sono ancora convinto. Tutto ciò che fa stare meglio qualcuno, rende il mondo un posto migliore: una canzone, un film, un piatto di pasta, un libro, un disegno su un muro e anche un videogioco. Non ho mai più scritto recensioni come quella, perché solo quella volta mi sono giocato una carta speciale: quella che consisteva nell’andare oltre il classico sistema di valutazione, così tanto per non prendersi troppo sul serio e per segnalare la natura eccezionale di quel gioco. Come e perché è successo? È proprio questo l’argomento della settimana delle Parole dei videogiochi, un appuntamento diverso e più personale del solito. Se vi piace l’idea di leggere di vecchie riviste per cui ho lavorato fatemelo sapere (ho già in testa una puntata in-cre-di-bi-le sui “timoni”).
Questa puntata è un po’ più breve del solito. Ho preferito tagliare una seconda parte, suggerita dal punto di arrivo di questa, e trasformarla in un’uscita a sé stante della newsletter. Dovrebbe arrivare mercoledì (rimandato a lunedì 25).
Buona lettura!
“These go to eleven”
Esiste una versione un po’ particolare di Wii, la console lanciata da Nintendo nel 2006 e diventata quasi nottetempo un fenomeno di costume. Il corpo principale è bianco, proprio come il modello acquistato da oltre cento milioni di persone, ma la parte frontale è color mattone e non ha l’ingresso per i dischi. Per rimediare alla mancanza, all’interno ospita un disco fisso su cui installare dei giochi (grazie al collegamento con un computer). Quel Wii1 veniva utilizzato negli studi di sviluppo oppure ovunque servisse poter testare delle versioni preliminari dei giochi. Quindi anche nelle redazioni delle pubblicazioni che parlano di videogiochi.
La differenza tra qualcuno e la redazione della nostra Nintendo la Rivista Ufficiale era precisamente in quella frenesia
Tra gli scaffali su cui ho disposto (con un ordine un po’ preoccupante) la mia collezione di giochi, c’è anche quel modello di Wii. Arrivò nella redazione di Nintendo la Rivista Ufficiale nella prima metà di settembre nel 2007, ma ci rimase poco, venendo immediatamente trascinato fino a casa mia. Perché, se hai Super Mario Galaxy, non lo lasci in ufficio, in attesa di tornarci il giorno dopo o, orrore, il lunedì dopo il weekend. Sono certo che qualcuno lo avrà fatto, ma la differenza tra qualcuno e la redazione della nostra Nintendo la Rivista Ufficiale era precisamente in quella frenesia.
Nella memoria di quel Wii ci sono anche Endless Ocean e Resident Evil: The Umbrella Chronicles, ma gli interruttori per attivare l’accesso sono rimasti praticamente sempre impostati sulla combinazione che portava a Super Mario Galaxy. Anzi, alla mia partita di Super Mario Galaxy. Non avrei dovuto tenere per me quella console e se stai leggendo e lavori in Nintendo e ti stanno prudendo le mani, mettitene una sul cuore e passa oltre.
Pausa informativa!
YES CONTEXT
Il mondo attorno a Super Mario Galaxy
Il 2007 fu il primo anno di Wii, lanciato in tutto il mondo alla fine del 2006. Il successo arrivò all’istante grazie all’elemento cardine dell’intero progetto Wii: il telecomando capace di rilevare i movimenti nello spazio. Il passaparola, la facilità con cui il concetto veniva dimostrato e colto dal pubblico e Wii Sports2 convinsero velocemente il grande pubblico della necessità di dotarsi di quella scatoletta bianca. Nel 2007 Wii vendette all’incirca il triplo di PlayStation 3 in Giappone3 e due e volte e mezza negli Stati Uniti4.
Tra l’estate e l’autunno due giochi di Wii dovettero però dare una risposta a un dubbio che era andato diffondendosi, principalmente tra chi non aveva comprato Wii per Wii sports. Il dubbio riguardava la capacità o meno del telecomando Wii di adattarsi a videogiochi più tradizionali e profondi. Quei due giochi furono Metroid Prime 3 Corruption e Super Mario Galaxy.
Metroid Prime 3 Corruption chiudeva la nuova trilogia della cacciatrice spaziale di taglie Samus Aran, avviata con enorme successo di critica su GameCube cinque anni prima. La struttura da sparatutto in prima persona (o “avventura in prima persona”, 5), rese più naturale l’innesto di un sistema di controllo basato sul puntatore del telecomando Wii. Super Mario Galaxy si limitò a includere il rilevamento dei movimenti in poche fasi di gioco, tutt’altro che determinanti. Fu comunque una buona notizia: venne dimostrato che, ogni tanto, si sarebbe anche potuto fare a meno della “rivoluzione” (questo il nome di progetto di Wii) voluta dall’allora presidente di Nintendo, Satoru Iwata.
Ah, per quanto mi riguarda nei mesi precedenti all’arrivo di Super Mario Galaxy mi ero appena spostato nella prima casa davvero tutta mia e Nintendo la Rivista Ufficiale stava vivendo il primo anno dopo il cambio di editore: da Future a Sprea Editori (purtroppo con conseguenze disastrose).
La recensione di Super Mario Galaxy che scrissi per Nintendo la Rivista Ufficiale venne pubblicata sul numero di dicembre del 2007 (#72) e fu il punto di arrivo della partita salvata su quel Wii. Il voto finale fece un po’ di rumore, perché rompeva la scala di valutazione che avevamo adottato fino a quel momento: da uno a dieci, Super Mario Galaxy valeva undici. Undici su dieci. Era una battuta e nei primi paragrafi della recensione spiegavamo in maniera molto chiara, credo, come quel voto non dovesse (e non potesse, a logica) essere preso alla lettera.
Dopo cinque anni e mezzo di sviluppo e con idee arrivate direttamente da quel mitologico Super Mario 128 Demo, Super Mario Galaxy è qua. Ed è davvero molto bello. Non abbiamo, però, voluto premiarlo con un dieci: anche perché ci dite che diamo i dieci come se piovessero ai soli giochi Nintendo. Abbiamo imparato la lezione e questa volta ci siamo diretti sicuri sull’undici.
Il testo che accompagnava il voto globale, l’11/10 in esame, è ancora più chiaro:
Una media matematica tra l’amore e la perfezione6 avvolgente di un gioco che è già entrato nella storia.
Spiegare i propri voti
Sono sempre stato convinto che sia utile spiegare ai propri lettori la scala di valutazione che si adotta7. Era divertente il metodo scelto da EDGE per fare la stessa cosa, in cui semplicemente ripeteva che un 5 valeva cinque, un 6 valeva sei e un 10 valeva dieci. Ma, smettendo i panni del più ganzo del quartiere, ha senso dichiarare a chi legge quello che si intende fare. Per esempio che si intende utilizzare anche il 10, perché non rappresenta un gioco inattaccabile sotto ogni punto di vista, ma solo uno di quelli che, nel nostro caso, secondo la redazione era “obbligatorio” avere a casa. Per questo negli anni di Nintendo la Rivista Ufficiale abbiamo assegnato più volte il massimo dei voti. Fino a Super Mario Galaxy, che è andato oltre.
La mia idea di partenza era un tributo alla recensione di Toshinden pubblicata da Game Power nel 1995, che a sua volta sbriciolava la scala e raggiungeva il voto globale di 105/100
Mi piacerebbe poter dire che il suggerimento arrivasse dagli Spinal Tap e dal loro “these go to eleven”, anche perché il senso finale era esattamente lo stesso: non c’era alcun senso. Nel nostro caso c’era la voglia di giocare con le attese dei lettori e prendere in contropiede (o assecondare?) chi era già sicuro che a Super Mario Galaxy avremmo dato 10, perché figurarsi se non glielo danno. In realtà la mia idea di partenza era un tributo alla recensione di Toshinden (Takara per PlayStation) pubblicata da Game Power (Studio Vit) nel 1995, che a sua volta sbriciolava la scala e raggiungeva il voto globale di 105/100.
Ugo Laviano e Anna Zito, che nel 2007 formavano il resto della redazione di Nintendo la Rivista Ufficiale (al di là dei collaboratori), abbracciarono la proposta. Quando la rivista arrivò nelle edicole, qualcuno lesse quell’undici come avevamo sperato, qualcuno lo prese come il segnale dell’esistenza del divino tra di noi (nelle forme di Super Mario Galaxy e Nintendo) e qualcun altro disse che ero un povero cretino… o una forma vagamente più articolata dello stesso commento. Ancora oggi mi sembra un vero spreco di energie arrabbiarsi per l’opinione di un’altra persona, se poi riguarda un semplice videogioco…
Quel voto non era stato dato per fare rumore e pescare nuovo pubblico: la base dei lettori di Nintendo la Rivista Ufficiale fu a lungo inscalfibile e in quegli anni i numeri non lasciavano grande spazio alle sorprese. Non eravamo all’interno di dinamiche per cui si potesse acchiappare all’amo qualche migliaio di lettori e lettrici in più così, solo con un numero diverso dal solito in fondo a un articolo.
Non so se oggi potrebbe di nuovo succedere qualcosa di simile. I siti si appoggiano a infrastrutture tecniche che non vedono di buon occhio chiunque provi a svitare dei pezzi e a riavvitarli in un altro modo. Detto più facilmente: se per assegnare un voto devo aprire un menu a tendina, vuole dire che posso scegliere solo i valori già previsti. In mezzo al discorso ci finisce anche Metacritic: tutti i siti specializzati più influenti e di rilievo forniscono i dati delle loro recensioni a Metacritic, non sono sicuro che un voto fuori scala sarebbe apprezzato (o addirittura accettato). E nessuno vuole rimanere senza Metacritic, perché una volta che ne esci non ci rientri facilmente. Chi è fuori da Metacritic ha buone probabilità di non poter essere annoverato tra le testate a cui sono riservati i codici recensibili e da lì all’irrilevanza il passo è breve.
VERBA MANENT
Altre recensioni dall’Italia
Come venne accolto Super Mario Galaxy dal resto della stampa specializzata in Italia? Forse vi sorprenderà, ma andò piuttosto bene.
Il valore di Super Mario Galaxy, in verità, trascende i soliti parametri di giudizio e rifugge paragoni angusti, che non rendono giustizia a un'opera destinata a rivoluzionare per sempre gli schemi del platform game, e consegna a tutti una delle più belle esperienze videoludiche mai vissute.
Everyeye - Amedeo Savino8
Un’avventura assolutamente unica che vi catturerà completamente illuminando i vostri momenti di svago con immagini, emozioni e divertimento di tale portata da non sembrarvi vero.
Spaziogames - Star Platinum9
Un capolavoro del game design che sfiora la perfezione e rende tutti, davvero tutti, dannatamente felici di far parte e di amare questo bizzarro mondo del divertimento elettronico.
Multiplayer - Andrea Palmisano10
Da qualche parte ci sarà anche stata una recensione di Simone Soletta, pizzaiolo con una lunga carriera nel mondo dei videogiochi raccontati (è stato Editor in Chief di IGN, tra le mille altre cose), ma delle brutte storie di Goomba l’hanno fagocitata. Non è un problema, gli ho chiesto di ridire la sua oggi.
A livello di pura goduria videogiocosa, i Galaxy (tutti e due, ricordiamo) sono tra le migliori esperienze che ho vissuto da quando videogioco, e ormai sono giusto alcuni anni. Credo non sarà più riproponibile un gioco di piattaforme (se vogliamo dare al gioco una definizione necessariamente limitante) con un tal numero di idee e interazioni capaci di lasciare a bocca aperta di fronte a ogni pianeta. Da quelli minuscoli a quelli più grandi, Galaxy proponeva con i suoi mondi la realizzazione di un meraviglioso laboratorio di idee, tutte confezionate in modo a dir poco impeccabile.
BONUS!
Vuoi giocare a Super Mario Galaxy?
Oggi è possibile giocare a Super Mario Galaxy grazie alla raccolta Super Mario 3D All-Stars per Switch, che include anche Super Mario 64 (1996) e Super Mario Sunshine (2002). In un solo pacchetto si hanno i primi tre giochi in 3D di Mario, di cui almeno due degni di stare tra i primi posti nelle classifiche dei migliori giochi di sempre.
La cura con cui Nintendo ha riproposto i tre capitoli di Mario, però, non è all’altezza dei giochi stessi. Il lavoro fatto è piuttosto pigro e al di là dei giochi non c’è davvero nulla che racconti la loro storia. Questo non toglie che sia comunque un acquisto consigliato per chi deve colmare delle lacune e in generale un gran bel giocare. Ne ho parlato più approfonditamente nella recensione che ho scritto per IGN.
Per saperne di più, clicca qui.
Qui è dove mi sarei interrotto, se Nintendo non avesse sciaguratamente deciso di rendere Super Mario All-Stars 3D disponibile solo per un periodo limitato di tempo. Oggi come oggi la raccolta non è disponibile in formato digitale e sopravvive solo nelle copie ancora invendute nei negozi. Immagino che il ragionamento che ha portato a questa follia non sia così distante da quello che scandì le pubblicazioni a singhiozzo dei classici Disney per i formati casalinghi, fino all’arrivo di Disney Plus. Questo non toglie che sia una scemenza integrale.
NEXT-GEN
Nella prossima puntata
Nelle migliori edicole vostre caselle email mercoledì 20 settembre!
SEMIRETRO
Nelle puntate precedenti
La decrescita felice di Assassin’s Creed Mirage (11 settembre)
Cross play, Cross save e la ricerca di uno standard (4 settembre)
Una gran bella recensione di Starfield (1° settembre)
Da PlayStation Portal a PSP (28 agosto)
Addio “retrogaming” (21 agosto)
Grazie a Floriana Grasso per la rilettura e le correzioni.
I dischi che ho ascoltato questa settimana:
Beck - Sea Change
The Chemical Brothers - For That Beautiful Feeling
Bethany Cosentino - Natural Disaster
Secondo il volere di Nintendo, ci si dovrebbe riferire a Wii usando la formula “la console Wii”, ma oggi mi sento arrogante.
Una raccolta di versioni semplificate di sport da giocare emulando i movimenti dei veri atleti, grazie al telecomando Wii: tennis, golf, pugilato, baseball e bowling.
Per essere chiari: nella stessa recensione ho scritto che no, non era davvero un gioco “perfetto”.
Questa pratica dello spiegare la propria scala di valutazione non è condivisa da molti, in Italia. Dei grandi siti dedicati ai videogiochi, lo fa solo IGN (per convinzione e perché ereditata dall’edizione internazionale).
E io c’ero! (nel senso che ero lettore di NRU)
Premessa: sono Gianluca colui che ti importunò al concerto dei Fontaines.
Doveroso iscrivermi per commentare questo articolo che mi riporta indietro nel tempo (ebbene si, pensare quanto i ns ricordi sono agganciati dall’aspetto ludico). Essendo un 86 lascio a te l’onore di contare quanti anni avevo quando vidi (e poi acquistai) esattamente questo numero di NRU, e posso dirlo qui: sono uno di quelli che appena vista la recensione 11/10 si è sorpreso pur sapendo che avrebbe preso un perfect score, quindi una mossa che ha lasciato il segno, ma così come ricordo benissimo quando acquistai il numero gigante con review Mario sunshine o quello più piccolo ma bellissimo con Wind waker. Attese spasmodiche e ben ricompensate da ottimi articoli, quando bisognava leggere la carta stampata per informarsi. Ben vengano articoli come questo che rimembrano e spiegano cose lasciate ai posteri