Zelda: un'avventura "open-air" pronta a ricominciare in eterno
Nintendo celebra Breath of the Wild e prepara il terreno a Tears of the Kingdom.
In questo nuovo appuntamento con Le parole dei videogiochi mi sono concentrato su uno dei nomi più amati e rispettati: The Legend of Zelda. Andando a rileggere alcuni comunicati stampa di Nintendo, ho trovato una manciata di formule non esattamente sorprendenti, tra cui il sempre più disprezzabile utilizzo di “vibrant” per definire il mondo di Breath of the Wild. Mi riprometto di tornare su “vibrant” in una prossima puntata della newsletter, ma questa volta mi soffermo su quanto c’è di interessante nella comunicazione di Nintendo legata a Hyrule e dintorni. L’idea di impegnare tempo e spazio digitale per discutere di qualcosa che non va non mi fa impazzire, anche perché non parliamo di diritti civili o ingiustizie sociali, ma solo di videogiochi. E di negatività, anche attorno ai videogiochi e online, ce n’è già a sufficienza. Il che non vuol dire che il malefico “vibrant” possa considerarsi al sicuro (risata malvagia + tosse).
Buona lettura!
Link all’aria aperta
Sei anni fa, era il 3 marzo 2016 2017, The Legend of Zelda: Breath of the Wild si caricava sulle spalle il peso del progetto Switch, accompagnando la console nei negozi di tutto il mondo. L’ennesima avventura nel mondo di Zelda arrivava dopo i classici rinvii che hanno contraddistinto la saga negli ultimi vent’anni. Tanto che il gioco, inizialmente previsto unicamente per Wii U, finì per celebrare sia la fine della storia della fallimentare console con il gamepad (Wii U, appunto), che i primi passi di quella ibrida (Switch). In questi sei anni The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha venduto 29 milioni di copie, diventando di gran lunga il capitolo di Zelda di maggior successo1. Per farsi un’idea di quanto Breath of the Wild abbia fatto meglio rispetto al passato della serie, è sufficiente sapere che Skyward Sword, il gioco di Zelda per Wii, ha piazzato poco meno di 4 milioni di copie e Wii è stata l’unica console casalinga di Nintendo la cui diffusione è comparabile a quella di Switch (entrambe hanno oltrepassato i cento milioni di console vendute).
A proposito di questo Zelda
In occasione dell’uscita di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ne ho curato la recensione per IGN Italia2, promuovendolo con un voto che ha sfiorato il 10. Nel giudizio finale ho scritto:
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un’avventura immensa e indimenticabile, ma soprattutto coraggiosa, intelligente, cesellata e rivoluzionaria. Nintendo è riuscita a stravolgere molti degli elementi cardine della sua saga più celebre, assieme alle peripezie di Mario, senza per questo snaturarla o rendendola in qualche modo meno tradizionale. E dire che dentro c’è davvero di tutto, a partire da un mondo totalmente nelle mani del giocatore, in cui ogni angolo è pronto a ospitare Link senza mai tramutarsi in una sorta di fondale cartonato… fino ad arrivare a un sistema di gestione delle armi, dell’energia e del fluire della storia tutto da scoprire.
Negli ultimi giorni Nintendo ha pubblicato un tweet dedicato proprio a The Legend of Zelda: Breath of the Wild e mi è sembrato piuttosto curioso.
Nel messaggio Nintendo definisce il gioco come “open-air adventure”, un’avventura all’aria aperta. La scelta lessicale si scontra, o volendo si accompagna, al ben più usuale: “open world adventure”, un’avventura a mondo aperto. “Mondo aperto” è la filosofia di design alla base di un gran numero di giochi, imposta ormai oltre vent’anni fa da Grand Theft Auto 3 (Rockstar Games, 2001) e che è costruita sul superamento del concetto delle singole ambientazioni (livelli) da affrontare secondo una sequenza precisa, seguendo un’unica possibile strada e assolvendo a un solo compito.
Non mi pare che Nintendo avesse utilizzato prima d’ora queste parole per definire Breath of the Wild. Di sicuro non è la prima volta che Nintendo sceglie di esprimersi in maniera peculiare, quasi a voler fare sua una categoria, rivendicandone una rilettura specifica ed esclusiva. Non è ancora detto che d’ora in avanti continuerà a riferirsi a questo o ad altri giochi di Zelda come una “open-air adventure”, lo scopriremo solo vivendo3. In passato era già successo con Metroid Prime, apparentemente un First-Person Shooter (FPS, sparatutto in prima persona), ma secondo Nintendo un First-Person Adventure (FPA, avventura in prima persona – formula poi lasciata cadere).
Ti è piaciuto quello che hai letto finora?
In effetti The Legend of Zelda: Breath of the Wild riusciva a rielaborare un elemento essenziale dei giochi a mondo aperto, lasciando al giocatore addirittura la libertà di affrontare lo scontro con l’avversario principale (verrebbe da dire “finale”, ma…) fin dalle primissime ore di avventura. La “fregatura” stava nel fatto che l’eroe, Link, non era inizialmente equipaggiato a sufficienza per uscire vincitore dalla sfida (a meno di performance degne dei migliori canali di YouTube). L’altro merito più evidente del gioco curato da Eiji Aonuma, almeno per come la vedo io, consiste nella libertà di esplorazione concessa al protagonista e regolata dal sistema della sua resistenza alla fatica. Un meccanismo semplice ma ingegnoso con cui dare dei limiti a quanto si possa fare, ma lasciando al giocatore la certezza che quei limiti possono essere spostati sempre un po’ più in là e che il mondo sia fatto per essere affrontato, scalato, navigato, sorvolato…
Non è detto che tutto questo abbia qualcosa a che fare con la formula scelta da Nintendo, la “avventura all’aria aperta” (sempre che il senso ultimo fosse questo). La versione in italiano di quel tweet ci dice qualcosa:
Qui “all’aria aperta” scompare e si ritorna a una semplice “avventura”. Nintendo España si limita al classico “mondo aperto” (“mundo abierto”4), Nintendo France si allinea invece all’inglese e sceglie “a cielo aperto” (“à ciel ouvert”5), mentre Nintendo Deutschland percorre un’altra strada ancora e richiama il titolo del gioco con “un’avventura nella natura selvaggia” (“Abenteuer in wilder Natur”6).
Sarebbe una grande avventura anche condividere questa newsletter!
La leggenda eterna
Tra due mesi sarà invece la volta di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom (Switch, 12 maggio), il primo, nuovo, gioco di Zelda a essere pubblicato da quel 20167. Anche in questo caso ci sono stati dei ritardi e in un certo senso mai come in questo caso le aspettative sono altissime. Perché se è vero che i capitoli principali della saga di Zelda, quelli pubblicati sulle console “da casa” di Nintendo, sono sempre8 anticipati da un’attesa febbrile per tanti, ottimi, motivi… solo Tears of the Kingdom si ritrova nella situazione di dover dare un seguito a quel risultato da record di cui si diceva all’inizio. Breath of the Wild è stato anche il primo gioco della serie di Zelda dai tempi di Ocarina of Time a tornare a essere preso a modello da tanti altri9, ad aprire alcune nuove strade. Se la “leggenda” di Nintendo gode da sempre del rispetto dell’intero settore ed è abbonata a promozioni convintissime da parte della critica, raramente negli anni duemila si è scoperta rilevante (per gli altri videogiochi) come lo era stata negli anni Novanta. Con Breath of the Wild è successo e forse anche per questo Tears of the Kingdom dovrà faticare per stare al suo passo.
Incuriosito dalla faccenda dell’aria aperta di Breath of the Wild, sono andato a controllare i comunicati stampa dedicati al nuovo episodio della serie, per capire se se ne trovasse traccia. Niente da fare, ma c’è comunque qualcosa di interessante. Questo passaggio è tratto da un comunicato di settembre 2022:
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: In addition to the vast lands of Hyrule, the latest entry in the storied Legend of Zelda series will take you up into the skies and an expanded world that goes beyond that! Look forward to Link’s massive adventure starting again when The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, the sequel to The Legend of Zelda: Breath of the Wild, drops for Nintendo Switch on May 12, 2023.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: in aggiunta alle vaste terre di Hyrule, l’ultimissimo episodio della serie Legend of Zelda vi porterà tra le nuvole, a scoprire un mondo che si espanderà anche oltre il cielo! Con The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom (disponibile dal 12 maggio 2023), seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, l’imponente avventura di Link ripartirà ancora una volta10.
E ancora, nello stesso comunicato:
Link’s endless adventure begins again on May 12, 2023, when The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom launches exclusively for the Nintendo Switch family of systems.
L’eterna avventura di Link ricomincerà il 12 maggio 2023 con The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, disponibile in esclusiva su Nintendo Switch11.
In entrambi i casi si parla di un’avventura che “ricomincerà”/”ripartirà”, piuttosto che una pronta a iniziare per la prima volta. Quello di Zelda, Link e della Triforza in generale, è un racconto sempre uguale a se stesso, raccontato in tanti modi differenti. A lungo Nintendo ha evitato di fornire una vera e propria linea temporale che riuscisse ad accogliere i vari episodi, così da ordinarli secondo una narrazione almeno vagamente precisa. Succedeva semplicemente che un eroe vestito di verde si ritrovasse a dover salvare un mondo. Con la pubblicazione di The Legend of Zelda: Hyrule Historia (Dark Horse, 2013) Nintendo ha proposto una “timeline” che trovasse un posto un a tutte le avventure tra Hyrule e dintorni, ma l’idea che la leggenda sia sempre la stessa, eternamente pronta a ricominciare, è rimasta. Riferirsi al prossimo gioco di The Legend of Zelda come a un’avventura “che ricomincia” mette in risalto la storia che sta alle spalle della serie e, dopotutto, oltre trent’anni di “carriera” e un contributo essenziale allo sviluppo del genere (o dei generi) giustificano la scelta di Nintendo.
BONUS!
Tutti al posto giusto (all’incirca)
La testata americana Polygon sta dedicando una serie di approfondimenti alla serie di Zelda, per un vero e proprio Zeldathon che idealmente accompagnerà gli appassionati fino al lancio di Tears of the Kingdom. Negli ultimi giorni si è focalizzata proprio sulla linea temporale della saga di Zelda. Può essere una lettura utile come ripasso, in attesa del ritorno di Link. Oppure potete fare come me e fregarvene altamente, non avere mai alcun punto di riferimento e dare la colpa agli anta.
Per saperne di più (clicca qui).
BONUS!
Alone + Easy Target
Il 24 maggio i Foo Fighters torneranno a suonare dal vivo, con le prime date del 2023 fissate negli Stati Uniti. Nel frattempo la band di Dave Grohl viene celebrata con la produzione di un flipper a tema. Sarà realizzato da Stern Pinball e per le tre edizioni previste si partirà da 6.999 fino ad arrivare a 12.999 dollari statunitensi.
Per saperne di più (clicca qui).
Grazie a Floriana Grasso per la rilettura e le correzioni.
Tre dischi che ho ascoltato questa settimana:
Verdena - Volevo magia
Squid - Bright Green Field
Encanto (Colonna sonora originale)
Twitter: Nintendo España
Twitter: Nintendo France
Twitter: Nintendo Deutschland
In mezzo ci sono stati i ritorni di due giochi del passato, in versione rimasterizzata: The Legend of Zelda: Link’s Awakening (dal 1993, Game Boy, al 2019, Switch) e The Legend of Zelda: Skyward Sword (dal 2011, Wii, al 2021, Switch).
Di sicuro è vero da The Legend of Zelda: Ocarina of Time (Nintendo 64, 1998), primo esperimento in 3D della serie e capitolo che raccoglieva il successo, e quindi le aspettative, di The Legend of Zelda: A Link to the Past (Super Nintendo, 1991).
Due esempi chiarissimi in cui Breath of the Wild è stato preso quale modello: Immortals: Fenyx Rising (Ubisoft, 2020) e Genshin Impact (miHoYo, 2020).
Traduzione mia. Il comunicato stampa corrispondente di Nintendo Italia non fa alcun riferimento al concetto di “starting again”.
Tratto dal comunicato stampa corrispondente di Nintendo Italia.
Ciao Mattia! Anche Elden Ring si ispira tantissimo a breath of the wild!
Credo che sia da correggere l'anno di uscita di Breath of the Wild.