Viviamo nell'era di Grand Theft Auto VI
Semicronaca di 12 ore, tra l'attesa febbrile, il colpo di scena e il saluto a chi non è vissuto abbastanza a lungo da godere del trailer di GTA VI.
Ciao,
Grand Theft Auto V è un gioco molto importante che... no no, scusate, era per ridere. Al primo trailer di Grand Theft Auto VI è stato esposto anche chi non ha alcun interesse verso quel videogioco o i videogiochi più in generale (citazioni e rimandi sono passati sui social network di squadre di calcio o di musicisti assortiti), figurarsi se è necessario introdurre questa puntata a chi ha deciso di iscriversi a una newsletter che parla proprio di videogiochi. Quindi questa settimana vi parlo di cosa mi sono visto passare davanti tra il 4 e il 5 dicembre e cosa mi ha fatto venire in mente.
Buona lettura!
La febbre in un territorio inesplorato
In questo momento sono le undici di sera del 4 dicembre e oggi, nel multicolore mondo dei videogiochi, è parsa esserci una sola sfumatura: quella tra l’arancione e il rosa su cui Rockstar ha appeso le poche parole che, nei giorni scorsi, hanno confermato l’arrivo del primo trailer di Grand Theft Auto VI. O Grand Theft Auto 6. O accorciato: GTA VI. O accorciato nell’altro modo: GTA 6. O senza spazio così: GTAVI. O senza spazio cosà: GTA6. Fidatevi, ci saranno state emicranie a pioggia un po’ in tutte le redazioni: si saranno chiesti “come lo scriviamo?”, interrogando regolarmente Google Trends. Già, come scriverlo se si vuole intercettare il maggior numero di ricerche effettuate sul motore di Mountain View? Solo chi si è trovato a dover ipotizzare una risposta a quella domanda e ora ha deciso di sprecare il suo tempo in maniera più divertente (eccomi qua!) può cogliere il senso di grande nulla (e insieme di sconfitta) che si prova quando infilati in quella situazione.
Oggi si è scritto ovunque di Grand Theft Auto VI e oggi non è ancora successo nulla. Anzi, mi correggo, qualcosa è successo e restituisce con precisione al mercurio la temperatura della febbre: Rockstar ha pubblicato lo spazio in cui, tra 24 ore, pubblicherà quel benedetto trailer. Sarà un evento “première” ospitato da YouTube, quindi con un orario di pubblicazione già previsto e la possibilità di chiamare a raccolta, in anticipo, il proprio pubblico.
Secondo quanto riportato anche da Multiplayer1, decine di migliaia di persone hanno già dato un voto positivo (pollice in su) al trailer di Grand Theft Auto VI, oggi che è il 4 dicembre e che il trailer ancora non c’è. Ricapitolando: l’8 novembre Sam Houser (fondatore e presidente di Rockstar) firma una breve sequenza di messaggi su X con cui rende omaggio ai 25 anni della sua serie e conclude annunciando l’arrivo del primo trailer “del prossimo Grand Theft Auto” a inizio dicembre. Il primo di dicembre arriva l’immagine arancio-rosata, quella con la data del trailer. Il 4 dicembre, oggi almeno per me, è la volta del “posto prenotato” su YouTube. A ogni passaggio Rockstar si è portata a casa un oceano di endorfine, scatenate da numeri impressionanti: il messaggio su X più visto, apprezzato e ripubblicato tra quelli a tema videogiochi2, ma anche le migliaia di persone in attesa, davanti a YouTube, di un contenuto che già sanno non potrà arrivare prima di molte ore. E, come già detto, anche quella sverniciata di pollici in su, come probabilmente mai se ne sono visti alzare prima per un… per nulla, per un non-contenuto.
Cosa ci sarebbe aspettato in odore di primo trailer di GTA VI, potevamo immaginarlo senza saperlo fino in fondo. Cosa succederà d’ora in avanti è, ancor di più, territorio inesplorato.
Non è hype generato “in maniera autonoma” dal pubblico, come ha scritto Simone Tagliaferri su Multiplayer: tutti i passaggi appena citati sono i gradini della scala verso il paradiso di Rockstar, voluti, cercati e meritati da Rockstar stessa.
Grand Theft Auto V è il videogioco “classico” più diffuso di ogni tempo, a fare meglio di lui è rimasto solo Minecraft (che però è un’altra cosa). Cosa ci sarebbe aspettato in odore di primo trailer, potevamo immaginarlo senza saperlo fino in fondo. Cosa succederà d’ora in avanti è territorio inesplorato. Le riviste di settore subodorano una giornata di clic di quelle che poi finiscono nei report di fine mese e anno. E allora stanno scaldando i newser lanciandogli ancora più noccioline, perché producano più non-notizie: oggi tutti hanno parlato di quanto durerà il trailer, come svelato dalla stessa première di YouTube.
Da qualche parte si sono già ingarbugliati a leggere i messaggi cifrati nascosti in bella vista da un anno3. La pubblicazione statunitense Kotaku, che ha nel tono tagliente e divertito la sua ragione d’essere, ha pubblicato un pezzo stupidamente serioso sul possibile significato dei tre uccelli che solcano quel cielo rosato4.
Intanto editori e sviluppatori hanno chinato il capo e provato a prendere la scia, imitando/omaggiando/paraculando l’immagine di annuncio del trailer5.
Si può sopravvivere a una sbandata simile? Rockstar ha ancora qualcosa da guadagnare, oltre a cifre imbarazzanti, o, dopo aver vissuto dieci anni a godersi la vista dal plateau, ora non le resta che la discesa?
La luce benedetta della Florida
E venne la mezzanotte del 5 dicembre, il giorno della pubblicazione del trailer. E con lei venne anche una versione trafugata, in bassa risoluzione, del trailer stesso. A pensarci dopo, non poteva che finire così: il video viene distribuito anzitempo, con tanto di sovrimpressione che invita a iscriversi alla cricca delle criptovalute, Rockstar se ne risente e anticipa di qualche ora l’appuntamento. A cavallo tra il 4 e il 5 dicembre, Grand Theft Auto VI è stato infine ufficializzato da un breve comunicato stampa e trasferito nei cervelli di decine di milioni di spettatori che si sono bevuti i novanta secondi di filmato (qualcuno lo avrà fatto anche più di una volta, io tanto per cominciare).
Secondo Luke Plunkett di Aftermath:
Poco dopo aver postato [il trailer trafugato], l’account [responsabile] ha promesso che avrebbe distribuito anche una versione senza il watermark, se almeno in 10.000 utenti avessero iniziato a seguirlo. Prima che potesse succedere, però, l’account è stato nuclearizzato, dimostrando che chiunque sia a capo del servizio di supporto di Twitter se ne frega ampiamente degli abusi razzisti, ma è ancora piuttosto reattivo nei casi che includono materiali sotto copyright.6
Messa da parte la parentesi del “leak” (la comparsa non autorizzata del trailer anzitempo), ci si può concentrare sulle reazioni. A proposito di reazioni IGN scrive che una serie di “reaction video” di content creator, semplici appassionati o testate specializzate, sono stati bloccati e lo stesso è accaduto a chi ha condiviso e commentato il trailer via TikTok. Nella frenesia dei minuti che sono seguiti al leak e poi alla diffusione del trailer ufficiale, le richieste di Rockstar alle varie piattaforme di tutelare i propri contenuti deve essere stata presa fin troppo alla lettera. Tra le vittime anche le trasmissioni della stessa IGN e Kinda Funny, uno show online dedicato ai videogiochi molto seguito negli USA e non solo. Poi le acque si sono calmate e un po’ tutti hanno potuto fare di questo evento quello che volevano.
Perché la sensazione, oggi, è che il primo trailer di Grand Theft Auto VI abbia un valore per quello che svela e spiega del seguito di uno dei giochi più importanti di sempre, nello spettro più ampio di una delle saghe più seguite e apprezzate di ogni tempo… ma che abbia anche un altro valore. E cioè rappresentare un punto di arrivo e non di partenza. Oppure essere interpretato come un avvenimento che va prima vissuto, ma poi soprattutto commentato, a prescindere da quelle che siano le informazioni che il video ci ha dato. Esistono delle sequenze di gioco di Grand Theft Auto VI e tanto basta per fare un cerchio rosso attorno alla giornata sul calendario. Quella di oggi, non quella del lancio del gioco nel 2025, anche perché non è ancora nota (io dico tra marzo e maggio).
Per alcune persone che hanno commentato il video nella sua pagina su YouTube, il “trailer 1” (così lo ha chiamato Rockstar) di GTA VI è la fine di una lunga attesa.
Il fatto che abbiamo il primo trailer per questo gioco mi pare incredibile. Per un intero decennio abbiamo scherzato, fatto meme e ci siamo lamentati dei tempi di sviluppo di Rockstar con Grand Theft Auto 6, ma so che molti di noi non potrebbero essere più contenti di essere stati testimoni di questo momento storico. Grati di aver vissuto fino a vedere questo trailer. RIP a quelli che ci hanno lasciato nel frattempo e che non hanno avuto modo di esserci.
Active_724
10 anni fa è stato pubblicato Grand Theft Auto V. Oggi, dopo una lunga attesa, stiamo finalmente guardando il trailer di Grand Theft Auto VI. Congratulazioni, questo trailer è per noi. Siamo testimoni della storia, il mondo dei videogiochi non sarà mai più come prima! Ce n’è a sufficienza per farci piangere, tutti, grazie7 per questo momento leggendario nella storia dei videogiochi.
iSethuro
Le due testimonianze qua sopra non sono tra le più estreme delle migliaia che trovano posto sotto al trailer, solo un paio estratte più o meno casualmente tra le prime visualizzate. Qui direi che c’è in pieno atto un circolo vizioso costruito sulla costante ricerca del clamoroso: chi deve vendere qualcosa dice che è tutto incredibile, la stampa ripete che è tutto incredibile, il pubblico si convince che sia tutto incredibile. E anche se gli articoli preparati dai giornalisti della stampa di settore mi sembrano, finora, piuttosto pacati e ragionevoli… è troppo tardi. Sempre che siano pacati per scelta e non perché presi alla sprovvista.
Siamo già da un pezzo infilati fino al collo in un mare di superlativi, iperstimolati da un modo di comunicare che è gonfiato artificiosamente per stupire e accalappiare l’attenzione, sempre e comunque. C’è anche la possibilità che un mondo che passa ogni giorno a gridare al lupo al lupo, ora che il lupo è arrivato per davvero non sa più come raccontare la cosa. Perché il trailer di GTA VI è sopravvissuto ad anni di attesa (non dieci, naturalmente), di chiacchiere e di speranze che montavano, cosa tutt’altro che scontata. Per raccontare quello che si vede nei novanta secondi del trailer, e quello che lascia intendere del gioco, l’abusatissima scala di valori utilizzata fino a oggi, andrebbe rivista.
Quindi cosa succede quando le premesse sono davvero quelle di un momento che, a modo suo, potrebbe passare alla storia? Che si deve alzare di un’altra tacca il livello del super-mega-wow, tirando addirittura in mezzo chi non è sopravvissuto alle intemperie della vita e ci ha salutato prima che Rockstar aprisse il sipario su Grand Theft Auto VI. Le cose potrebbero essere sfuggite di mano.
Uscito prima del previsto, il trailer di GTA 6 è proprio l'evento epocale che ci si aspettava: facciamo una panoramica su quanto è stato mostrato.
Giorgio Melani - Multiplayer8
In tutto questo ci tengo a scrivere che Grand Theft Auto VI mi sembra, tecnicamente e visivamente, il primo vero videogioco di nuova generazione. C’è comunque tempo per ridurre la perfetta illuminazione della sequenza sulla spiaggia a qualcosa di meno eclatante e più videogiocoso (purtroppo).
E ora così fino al 2025
Il cambio di programma relativo all’orario di pubblicazione del trailer, ha mandato all’aria anche i piani delle redazioni. Immagino che non sia stata una nottata facile, per quelle italiane. Assieme al resto della redazione italiana di IGN, mi sono ritrovato innumerevoli volte a dover inseguire quello che accadeva nel mondo che conta. E il mondo che conta, nei videogiochi, spesso non si organizza seguendo il nostro fuso orario. Questo vuol dire che nella notte tra il 4 e il 5 dicembre ci saranno state telefonate e gente che corre in ciabatte al computer, cercando di capire se da qualche parte c’è un comunicato ufficiale, qualche immagine distribuita da Rockstar e, più che altro, cosa abbiano già scritto le testate anglofone più importanti (e quindi messo cortesemente a disposizione di noialtri, che raccogliamo le briciole trascinate dal vento fino alla provincia dell’impero).
Anche chi è solito non puntare affatto sulla quantità dei contenuti, per Grand Theft Auto VI ha fatto uno strappo alla regola
Se praticamente tutti i nomi principali della stampa di settore italiana hanno dedicato lo spazio d’apertura al trailer vero e proprio, circondato da una manciata di frasi di circostanza che saranno state lette forse dal solo correttore ortografico, un approfondimento più dettagliato è stato preparato in tempi record da Multiplayer ed Everyeye.
In generale è andata come ci si poteva aspettare. In giro sono spuntati articoli e filmati (e reel e storie e…) che provano a capirci qualcosa della trama. O che analizzano frame dopo frame riferimenti che possono essere sfuggiti a prima vista o che tentano di stabilire collegamenti con personaggi ed elementi già noti della serie. Non esistono dubbi riguardo al fatto che il brano di Tom Petty che accompagna le immagini, “Love Is A Long Road” del 1989, finirà nelle classifiche di questo periodo di Spotify ed Apple Music (aggiornamento: è successo). Ecco, mi ha divertito che su Polygon, in un pezzo dedicato proprio alla canzone di Petty, l’autore abbia ritenuto utile spiegare l’origine del termine “b-side”.
Anche chi è solito non puntare affatto sulla quantità dei contenuti, per Grand Theft Auto VI ha fatto uno strappo alla regola. È il caso di Videogames Chronicle, testata specializzata nelle notizie, che fin dalla prima mattina del 5 dicembre aveva in homepage ben cinque contenuti a tema.
Viviamo ufficialmente nell’era di Grand Theft Auto VI.
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NEXT-GEN
Nella prossima puntata
Nelle migliori edicole vostre caselle email il 15 dicembre!
SEMIRETRO
Nelle puntate precedenti
Quello che si è scritto di F-Zero (1 dicembre)
Quando si parla di remake e quando di remaster? (24 novembre)
La stampa specializzata non serve a Call of Duty (17 novembre)
Gameplay loop: cosa si fa in un videogioco (10 novembre)
Quake e la rivoluzione dello shareware (6 novembre)
Di solito questa newsletter viene riletta e corretta da Floriana Grasso. Oggi però era impegnata a tirare su un presepe a tre piani e quindi mi tengo gli errori. Se sei alla ricerca di qualcuno che ti corregga le bozze, e posizioni i pastorelli, prova a contattarla!
Questa puntata è lunga oltre 15.000 caratteri, che corrispondono a circa 4 pagine su una qualsiasi rivista di videogiochi da edicola. Nel 1996 mi sarebbe stata pagata circa 100 euro da Studio Vit (calcolato su 140.000 lire con InflationHistory.com). Nel 2003 oltre 250 euro da Future Publishing.
“Scende il buio, scende adagio” (Subsonica)
Questa cosa di ringraziare le multinazionali quotate in borsa che accettano di fare da baby sitter ai nostri soldi, deve finire.