EA Sports FC 24: il calcio cambia nome
Dopo trent'anni di FIFA, Electronic Arts è pronta a una nuova avventura.
Ciao,
nel giro di pochi anni ci siamo persi gli unici due videogiochi di calcio rimasti. In realtà ci sono ancora, ma si chiamano in un altro modo. È piuttosto raro che una grande serie di videogiochi decida di farsi conoscere con un nuovo nome, ma è proprio quello che sta succedendo. In questa puntata delle Parole dei videogiochi parlo di calcio digitale: i nomi, le parole che usano e anche una di cui hanno abusato (anzi, ha abusato, al singolare).
Buona lettura!
La capolista se ne va
“Il calcio è un gioco in due tempi. Può darsi che al termine del primo tempo siate incredibilmente felici ma che al fischio finale siate più che disperati”. Non è un tweet dell’account che da anni si dedica a replicare in maniera divertita le fulminanti intuizioni di Vujadin Boskov1, ma un passaggio tratto dal manuale di istruzioni di FIFA International Soccer2 (Electronic Arts per Mega Drive, 1993). Non c’era nulla di ironico, era semplicemente una software house americana che spiegava il soccer al mondo, partendo dal pubblico a stelle e strisce, che di calcio ne masticava pochino. Quando FIFA International Soccer arriva nei negozi, mancano solo pochi mesi al mondiale di USA ‘94, quello che poi sarebbe finito con Roberto Baggio fermo a fissarsi gli scarpini e i brasiliani a gioire e a cullare il ricordo di Ayrton Senna, scomparso nella primavera precedente. Era il momento perfetto per lanciare un videogioco di calcio che mirasse a diventare un fenomeno mondiale e non solo un campione europeo tra gli europei (Kick Off o Sensible Soccer). Così fu: FIFA International Soccer finì sulle copertine di metà delle riviste di settore e gettò le basi per un regno che, tra alti e bassi, ha dominato le classifiche e le attenzioni del pubblico per tre decenni.
Prima di procedere a spiegare ai neofiti cosa si intendesse con “rimessa laterale” e come funzionasse il fuorigioco (coraggiosa!), EA aveva trovato spazio anche per celebrare la storia della FIFA.
FIFA International Soccer venne realizzato da nemmeno venti persone3 e il rapporto molto stretto con la FIFA, nel senso dell’organo che gestisce il calcio mondiale, era evidente. Forse non ne avevate idea, ma i sette membri fondatori della FIFA erano tutti europei e tra questi non c’era l’Inghilterra, patria del football. Questa, assieme ad altre annotazioni, fa parte dell’introduzione “Un mondo di calcio”, che apre il già citato manuale di istruzioni di FIFA International Soccer. Prima di procedere a spiegare ai neofiti cosa si intendesse con “rimessa laterale” e come funzionasse il fuorigioco (coraggiosa!), EA aveva trovato spazio anche per celebrare la storia della FIFA, con ogni probabilità su imbeccata della stessa FIFA.
Accadeva molto prima che la scritta FIFA diventasse “solo quattro lettere sulla copertina”4. Poco più di un anno fa Electronic Arts ha annunciato di aver rinunciato alla possibilità di estendere l’accordo con la FIFA, che garantiva al gioco l’utilizzo del marchio e non si sa bene che altro. Il gioco pubblicato nell’autunno del 2022, FIFA 23, è quindi stato l’ultimo gioco di calcio di Electronic Arts conosciuto con questo nome (almeno per ora).
La capolista se ne va, come canterebbe una curva in festa verso la fine del campionato. Se si guarda alle classifiche di vendita, Electronic Arts con il suo FIFA è stata ed è senza alcun dubbio la capolista e se ne è andata, scegliendo di pubblicare un videogioco che forse non sarà propriamente nuovo nella sostanza, essendo costruito sulla corposissima base di FIFA 23, ma che lo è di sicuro nella forma. Sarà disponibile a partire dal 29 settembre (PlayStation, Xbox, Switch e PC) e si chiamerà EA Sports FC 24, dove FC sta per Football Club. Così abbiamo perso il nome di uno dei videogiochi più celebri e venduti di ogni tempo, almeno fino a quando la FIFA non siglerà un nuovo accordo. Ma con chi?
VERBA MANENT
Il rilancio di Infantino
L’epica vicenda cantata da Elio in Tapparella si concludeva in maniera arrembante: “Questa festa è insoddisfacente, ma ne ho un'altra nella mia mente”, diceva il protagonista, dopo aver subito qualsiasi prevaricazione alla festa (delle medie) a cui aveva preso parte. Cosa c’entra Tapparella degli Elio e le Storie Tese? La reazione della FIFA alla scelta di Electronic Arts di rompere le trattative per l’estensione dell’accordo di licenza ricorda pericolosamente proprio il classico della band milanese.
Posso garantire che l’unico gioco autentico con il nome FIFA, sarà il migliore a disposizione dei giocatori e degli appassionati di calcio. Il nome FIFA è globale, è inimitabile. FIFA 23, FIFA 24, FIFA 25 e FIFA 26 e così via, la costante è il nome FIFA e rimarrà per sempre e sarà IL MIGLIORE.
In un comunicato stampa dai toni tragicomici, Gianni Infantino, Presidente della FIFA, rassicurò tutti sul fatto che i videogiochi a marchio FIFA sarebbero rimasti. Arrivò addirittura a pretendere il maiuscolo sulla promessa che il loro gioco sarebbe stato “IL MIGLIORE”. Ho avuto occasione di commentare quelle parole per IGN e quindi vi rimando direttamente all’articolo del maggio 2022.
Per approfondire, clicca qui.
Segnalo anche che, non più tardi di due mesi fa, Infantino ha ridetto sostanzialmente le stesse cose, a fronte di un nuovo gioco a nome FIFA che ancora non si vede e che probabilmente non si vedrà ancora per un bel pezzo.
The Artist Formerly Known As…
Non succede spesso che i videogiochi cambino nome e succede ancora meno da quando il settore è cresciuto e ha trovato una sua dimensione globale. Non vale tornare con la mente a quando Wonder Boy arrivava su PC Engine e si chiamava Adventure Island, quello era il selvaggio west dei primi anni Novanta. Per questo è peculiare che entrambi gli unici videogiochi di calcio sopravvissuti fino ai nostri giorni si siano ritrovati a dover o a voler cambiare il nome sulla carta d’identità.
Non è successo solo a FIFA che si è tramutato in EA Sports FC, ma anche allo storico rivale giapponese realizzato da Konami. Il nome di Pro Evolution Soccer, per tutti PES, ha avuto una genesi complicatissima5, ma dal 2001 si è sempre fatto conoscere in questo modo. Almeno da questa parte del mondo, perché in Giappone era Winning Eleven, un vero e proprio fenomeno ai tempi di PlayStation 2, quando Konami era riuscita a impensierire Electronic Arts. Secondo alcune mie fonti piuttosto accreditate, in quegli anni anche il mercato italiano tributò grandi onori a PES, facendolo avvicinare pericolosamente a FIFA nelle classifiche di vendita.
Dal 2021 PES ha lasciato spazio a eFootball, dopo due anni di convivenza in cui il gioco è stato conosciuto come eFootball PES. La software house giapponese ha approfittato della totale rivoluzione fatta imboccare al gioco, che è diventato un cosiddetto “free to play” (un gioco unicamente in formato digitale che non prevede alcuna spesa per essere scaricato6), per tagliare con il passato anche sulla carta d’identità. Nel giro di qualche autunno abbiamo perso il legame con il passato storico dei videogiochi di calcio ed è avvenuto tutto abbastanza velocemente. Non ci sono troppi casi da studiare, per capire se sia stato un bene o un male e che cosa possa indicare il passaggio a questa nuova realtà. Solo i videogiochi possono fare scuola, in questo campo, anche perché i dischi “col numero” dei Led Zeppelin si sono fermati al IV e succedeva oltre cinquant’anni fa. L’unico esempio di una serie ancora attiva, sempre con lo stesso nome7, da più tempo degli ormai ex FIFA e PES, è Madden NFL ed è di nuovo di Electronic Arts.
Abbandonando il settore sportivo, un altro esempio molto recente è quello di Yakuza. La serie di Sega, attiva da quasi vent’anni e che racconta le vicende di un membro della yakuza giapponese, dal 2023 è nota come Like a Dragon, l’esatta traduzione del titolo con cui è conosciuta in patria: Ryu Ga Gotoku. Il lavoro di ribrandizzazione (chiedo scusa) è iniziato nel 2020 con Yakuza: Like a Dragon, uno spin-off (episodio satellite) pubblicato per le console Xbox e PlayStation. Anche Resident Evil di Capcom ha scelto di uniformare il modo in cui si fa conoscere, mettendo da parte la versione asiatica (Bio Hazard) a partire da Resident Evil 7, che infatti si faceva accompagnare dal suffisso Bio Hazard.
Entrambi questi casi riguardano serie di grande successo che decidono di uniformare il modo in cui vengono riconosciute in oriente e occidente. Non c’è un vero abbandono del nome, tantomeno frutto di uno scontro tra più parti come è successo tra la FIFA ed Electronic Arts.
La realtà vista in televisione
La comunicazione relativa a EA Sports FC 24 è ricca di termini molto specifici, ma il concetto che viene ribadito più spesso è quello dell’aderenza alla realtà. Nelle dichiarazioni, EA è da sempre alla ricerca del realismo con FIFA (e oggi con EA Sports FC), ma più spesso si ha la sensazione che il modello inseguito sia quello del calcio così come viene visto in televisione. A tal proposito c’è un breve ma interessante approfondimento di Kotaku.
È tipico dei videogiochi riempirsi la bocca di termini molto tecnici, perché per loro natura sono una celebrazione dell’evoluzione tecnologica.
Le parole di EA Sports FC 24 cominciano dalla formula The World’s Game per identificare il calcio e proseguono andando molto più nello specifico. Il comunicato stampa che ha riassunto la presentazione del gioco ad Amsterdam nei giorni scorsi evidenzia in particolare Hypermotion V, Frostbite e Playstyles (stili di gioco nella versione italiana). Nei primi due casi si tratta, rispettivamente, del sistema che sta alla base dell’elaborazione delle animazioni e di quello che viene definito il “motore” dell’intero gioco. È tipico dei videogiochi riempirsi la bocca di termini molto tecnici, perché per loro natura sono una celebrazione dell’evoluzione tecnologica. Non sono solo quella, ma spesso tendono ad appiattirsi e a ridursi fin troppo a quella.
Electronic Arts ha anche pubblicato un lungo pezzo su Medium in cui spiega molto nel dettaglio come ha elaborato il nuovo brand di EA Sports FC. Se vivete di marketing o di grafica, è una fonte di informazioni ricchissima e ci sono quintali di immagini che non vedrete altrove (o, forse, che vedrete in giro per il mondo e per gli stadi per i prossimi anni).
Per leggere l’articolo su Medium, clicca qui.
BONUS
Legacy: un’eredità sgradita
Al lancio di Switch, Nintendo si fece vanto della presenza di una versione di FIFA nell’elenco dei giochi disponibili per la console. In effetti FIFA 18 era un ottimo gioco, che andava contestualizzato alle specifiche della console. Dopo le uscite su PlayStation Vita, quella per Switch era il miglior compromesso tra l’avere il gioco ovunque e la profondità della versione da casa.
Le cose sono cambiate nel 2019, quando Electronic Arts ha scelto di mantenere il gioco su Switch, ma limitandosi ad aggiornare le rose e i kit delle squadre. Tutto il resto veniva ripreso dall’edizione precedente e quindi FIFA 20 era, in sostanza, FIFA 19. Per Electronic Arts, questa si chiama Legacy Edition8 e il procedimento si è ripetuto inalterato per quattro edizioni. Non era una novità nemmeno nel 2019, perché EA aveva già percorso la stessa strada con FIFA 13 per Wii, con un’unica differenza: all’epoca era stata la stampa ad accorgersi che il gioco era identico a quello dell’anno prima9.
Sullo store digitale di Nintendo nelle descrizioni delle edizioni di FIFA degli ultimi quattro anni compaiono formule simili a questa:
FIFA 23 Legacy Edition presenterà le stesse modalità e caratteristiche a livello di gameplay già viste in FIFA 22 Legacy Edition, senza novità o migliorie di rilievo.
La buona notizia è che EA Sports FC 24 per Switch sarà un gioco tutto nuovo e includerà tutte le modalità presenti anche nelle altre edizioni. Addio legacy, termine peraltro scelto con una certa furbizia, perché tende a sottolineare l’epica dell’eredità, del muoversi nel solco di qualcuno di più grande o altrettanto grande, di mantenere viva una tradizione e non comunica certo l’idea di una blanda ripetizione. Ma la domanda è: tra un anno sarà già la volta di EA Sports FC 25 Legacy Edition?
NEXT-GEN
Nella prossima puntata
Nelle migliori edicole vostre caselle email lunedì 31 luglio!
SEMIRETRO
Nelle puntate precedenti
Ufficiale: la console war sulle riviste (17 luglio)
Scrivere di videogiochi senza spoilerare (10 luglio)
Day One: chi non c’è, non ci sarà (3 luglio)
Il titolo del nuovo gioco di Mario (26 giugno)
Grazie a Floriana Grasso per la rilettura e le correzioni. Grazie a Marco Ravetto per la copia di FIFA International Soccer.
I dischi che ho ascoltato questa settimana:
Soundgarden - King Animal
Blur - The Ballad of Darren
Disclosure - Alchemy
Questa puntata è lunga 15.000 caratteri, che corrispondono a circa 4 pagine su una qualsiasi rivista di videogiochi da edicola. Nel 1996 mi sarebbe stata pagata circa 100 euro da Studio Vit (calcolato su 140.000 lire con InflationHistory.com). Nel 2003 oltre 250 euro da Future Publishing.
Vujadin Boškov è stato un calciatore e allenatore jugoslavo e serbo. Da allenatore ha vinto il campionato spagnolo con il Real Madrid e quello italiano con la Sampdoria. Da anni un account Twitter riprende quello stile nel fare battute che lo rese ancor più celebre.
Non è un caso che il primo capitolo della serie di Electronic Arts chiami “soccer” il calcio, e non “football”: è lo scontro tra la scuola statunitense e quella britannica (ed europea più in generale).
Tra queste c’è Don Mattrick nel ruolo di Produttore Esecutivo. Più tardi sarebbe diventato presidente del reparto Interactive Entertainment Business in Microsoft, all’epoca di Xbox 360 e soprattutto di Xbox One.
Prima che il divorzio tra Electronic Arts e la FIFA fosse ufficiale, venne rivelato il contenuto di una comunicazione interna del CEO di EA, Andrew Wilson, che ai suoi dipendenti diceva come “FIFA” fossero ormai “solo quattro lettere su una copertina”, come a dire che il valore aggiunto della licenza era nullo, per quanto riguardava i contenuti effettivi.
La strada che ha portato Konami a scegliere il nome con cui riconoscere per molti anni la propria serie di simulazioni calcistiche è stata lunga e tortuosa. A questo ha contribuito la presenza di due team di sviluppo differenti che, per qualche tempo, hanno portato avanti due collane di giochi altrettanto differenti. Dal 1993 abbiamo avuto Perfect Eleven, Perfect Striker, Winning Eleven, International Superstar Soccer, Goal Storm, Pro Evolution Soccer e PES.
Free to play è una delle formulazioni più malvagie del settore dei videogiochi, prima o poi toccherà parlarne.
In realtà fino al 1993 è nota come John Madden NFL, ma direi che il discorso rimane valido.
Per l’occasione IGN decise di adottare lo stile Legacy anche per la recensione del gioco. Per approfondire, clicca qui.