Non è l'E3: Capcom di nuovo vincente
Sui palchi di Los Angeles ci si sfida per confermare o ribaltare lo status quo.
Ciao,
questo è un appuntamento speciale delle Parole dei videogiochi. Dentro ci sono sicuramente tante parole, ma per una volta tradisco l’obiettivo dichiarato della newsletter, tralasciando i modi di comunicare dei videogiochi (se non avete mai letto questa newsletter prima, di solito qua mi occupo di questo). Di fronte a tutti gli annunci di questi giorni, mi sono fatto mettere sotto dalla voglia di tornare a scrivere editoriali sull’E3 (che E3 non è, parliamo anche di questo).
Non so se risuccederà a breve qualcosa di simile, di certo l’intenzione è di rimanere concentrato sul senso di questa newsletter, che non è quello di scrivere di qualsiasi cosa abbia a che fare con i videogiochi. Per quello ci sono già un’infinità di altri giornalisti, testate, content creator e urlatori di varia estrazione.
Buona lettura (spero)!
Imbonitori estivi e la X che indica il tesoro
Per una manciata di ottimi motivi personali, non ho seguito lo spettacolo del Summer Game Fest. Ma devo ammettere che, se anche fossi stato annoiato sul divano, probabilmente ci avrei pensato due volte, prima di lanciare lo streaming dello show di Geoff Keighley. Una spiegazione piuttosto precisa del perché l’ha data, anche a mio nome, Nathan Brown (già Editor del mensile EDGE). Forse quello con Keighley e i suoi show è un problema tutto nostro, di chi ha servito nelle file del giornalismo di settore, dove il settore è o era quello dei videogiochi… ma la sostanza non cambia.
Se volete saperne di più, l’articolo da leggere è questo (vi consiglio anche di iscrivervi alla newsletter di Brown, perché è proprio ben fatta):
È andata molto meglio con lo showcase del mondo Xbox e Bethesda. Anche in questo caso non ho visto un solo secondo di diretta, ma se avessi potuto lo avrei fatto. Il giorno successivo ho sfruttato qualche buco tra gli impegni di lavoro e ho recuperato un po’ tutti i trailer e gli annunci, completando oggi con i 45 minuti (!) dell’approfondimento dedicato a Starfield.
Anche questa volta mi trovo d’accordo con Brown, che promuove tra gli applausi la serata allestita da Microsoft. Non è la prima volta1 che dalle parti delle console neroverdi azzeccano un E3, ma l’eventualità si è fatta sempre più improbabile, negli anni recenti.
[…] each showcase, whether at not-E3 or elsewhere, should yield a couple of new announcements, some updates on things we already knew about, and a release date or two to look forward to.
Nathan Brown
[…] ogni showcase, che sia al non-E3 o altrove, dovrebbe proporre un paio di nuovi annunci, qualche aggiornamento su giochi che già conosciamo, e una o due date di pubblicazione da segnare sul calendario.
Non è l’E3 e le speranze spaziali di Ubisoft
E questo, cioè quello che ha scritto Brown, è quello che è successo alla serata della X di Microsoft, assieme a molto altro. Attenzione però, cos’è questa cosa del “not-E3”? Se non sono stato disattento, è nel 2022 che inizia a farsi strada la pratica di riferirsi agli eventi a tema videogiochi organizzati per l’inizio di giugno come “not-E3”2. Non ci vuole tanto per capire quale sia la logica: abituati da venticinque anni a trovarsi tra maggio e giugno con gli annunci dell’Electronic Entertainment Expo, è difficile cambiare. Lo è se poi quelle occasioni per vedere e sentir parlare di nuovi giochi continuano a esserci, per quanto lontane dal Convention Center di Los Angeles (e anche dalle mani dei giornalisti, ma lasciamo perdere).
Quindi Non è l’E3, con un ragazzotto di oltre quarant’anni su un palco, guidato come una marionetta dai suoi “investitori”. E noi che prendevamo in giro Ambra.
L’unico appuntamento che ho seguito in diretta, per una parte, è quello di Ubisoft: Ubisoft Forward (anche per motivi professionali). Mi sono dovuto fermare prima del segmento finale di Star Wars: Outlaws (2024, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, ). L’ho visto poi in tarda serata ed è andato molto oltre le mie aspettative. Copio e incollo quanto ho scritto a un amico (perché avere più di quarant’anni è anche questo):
Che te ne pare dello Star Wars di Massive? A me ha sorpreso moltissimo. Certo, in sostanza sembra "la solita roba", un po' furba, ma presentata benissimo e, a voler credere a quello che ci hanno fatto vedere, anche fatta bene. Mi riferisco alla fisica, la pesantezza degli scontri a fuoco, il modo in cui ci si muove nel mondo... L'interfaccia poi è clamorosa, uno stile perfetto per Star Wars!
È una Capcom intoccabile
Mi è andata meglio con il Capcom Showcase: complice una durata più abbordabile, sotto l’ora, l’ho visto per intero e senza saltellare tra i vari trailer e annunci. Brava Capcom, non c’è tanto modo di farti fare le cose per il verso sbagliato, di questi tempi. Di questi anni. Di questi lustri, anzi.
Il leggendario marchio di Osaka è in serie positiva da un pezzo e non sono solo i bilanci di fine anno a certificarlo, quanto soprattutto l’interesse e l’attenzione verso i nuovi giochi… ma anche la curiosità sollevata da quelli più datati. Capcom si trova in una posizione particolare, che condivide unicamente con Nintendo: nessuno si trova a dover giostrare serie nuove e meno nuove, recenti o addirittura “preistoriche”, con tale frequenza.
Il Capcom Showcase di quest’anno ha dimostrato l’estrema lucidità che accompagna le scelte dell’azienda giapponese. Svariati colpi alla botte e altrettanti al cerchio. Per un Exoprimal tutto online, c’è il futuro Dragon’s Dogma II3 che “è proprio come giocare online con altri giocatori”, solo che sei offline. E non perché da quelle parti si siano dimenticati come si imposta una connessione a internet.
Il catalogo, quello composto da giochi già pubblicati, continua a dare soddisfazioni. Sia attraverso le vendite dirette, che grazie agli spunti forniti: il Capcom Showcase 2023 ha visto tornare la trilogia di Apollo Justice, nel mondo di Ace Attorney, sotto forma di una futura riproposizione in HD dei giochi originali per Nintendo DS. L’eterno Mega Man si è beccato un nuovo gioco per dispositivi mobile, che a noi gente di bocca buona sembrerà meno di nulla, ma immagino possa funzionare come un facile passaggio al bancomat. Un inchino anche alla riproposizione di Ghost Trick, pubblicato in origine nel 2010 e ormai pronto per questo meritato secondo giro di giostra.
E poi c’è Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, coraggioso già dal titolo (che se ne frega di voler suonare familiare in ogni angolo del mondo).
Capcom ha definito Kunitsu-Gami: Path of the Goddess come “A new tale of the Kami4”, un nuovo racconto che si impregna delle suggestioni religiose e folkloristiche tipiche del Giappone. Come già Okami (2006) prima di lui, come già Shinsekai: Into the Depths (2019) prima di lui, questa volta un gioco molto meno conosciuto di quello del lupo bianco di Clover5. A dirigere Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, che trasuda Giappone da ogni pixel e Capcom da ogni colore, c’è Shuichi Kawata (in effetti già responsabile proprio di Shinsekai: Into the Depths), che guida il team Dev1 di Capcom6, lo stesso dei Resident Evil e dei Devil May Cry.
Quella di Capcom è stata una serata compatta, semplice ed efficace. Ci sono giochi di prossima uscita (Exoprimal, 14 luglio, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC), qualcosa da scaricare subito (la demo di Ghost Trick HD, 30 giugno, Switch, PlayStation 4, Xbox One e PC), aggiornamenti approfonditi e generosi (Dragon’s Dogma II), un annuncio grosso e intrigante (Kunitsu-Gami: Path of the Goddess7), un gioco gigantesco e freschissimo di pubblicazione (Street Fighter 6, PlayStation, Xbox e PC) e anche una delusione… Pragmata che marca ancora visita.
Ce ne sarebbe a sufficienza per dire che è così che si fa l’E38, se non fosse che questo Non è l’E3 e che Kunitsu-Gami: Path of the Goddess non si porta a casa l’ambitissimo premio di “gioco della non-fiera secondo Mattia”. Ma solo perché Starfield sembra proprio una cosa fuori scala in ogni senso e pure Star Wars: Outlaws, che ha deciso da solo di far rialzare la testa a Ubisoft9.
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Grazie a Floriana Grasso per la rilettura e le correzioni.
Ricordo un ottimo E3 2015, ma spero di non confondermi. Mi riferisco a quello con il lungo video di gioco di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (Konami, 2015).
Ho avuto un’illuminazione stupida e fuori tempo massimo: Dragon’s Dogma, un GdR fantasy di stampo chiaramente occidentale, non è il tradimento delle origini orientali di Capcom. Proprio no. Dragon’s Dogma raccoglie l’eredità di Magic Sword (1990) e Knights of the Round (1991), due giochi che ho adorato.
Clover è stato uno studio di sviluppo giapponese di videogiochi, nato da Capcom e attivo tra il 2004 e il 2007. Contava tra le sue file nomi di altissimo profilo, tra cui quelli di Shinji Mikami (Resident Evil) e Atsushi Inaba (poi proprio al lavoro su Okami). Una parte di questi, alla chiusura di Clover, fonderanno PlatinumGames (responsabile della serie di Bayonetta).
A onor del vero, il debutto di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è da retrodatarsi allo spettacolo di Xbox, ma siamo nel legalese.
Questo è un riferimento agli anni di IGN. Per saperne di più, clicca qui.
Sì, sono uno da giochi AAAA.