Ciao,
se giocate in maniera competitiva o comunque vi divertite regolarmente a sfidare online altri giocatori e/o squadre di giocatori, questa puntata vi darà grandi soddisfazioni. Potrete dire: “ma certo, già lo sapevo!”. Come ricordano i Subsonica, “io sto nella mia bolla, qui dal 1996”. Anche io sto nella mia bolla dal 1996, quando ho iniziato a scrivere di videogiochi. Ogni tanto ne esco, ricordo ancora quella volta che ho finito Mass Effect 3. Ma io e i giochi in cui si spara-spara online ad altra gente proprio non ci prendiamo e quindi di “meta” continuavo a non saperne nulla. Fino a oggi, with a little help from my friends.
Breve annuncio: ho iniziato a inserire un quiz. Alcuni lo fanno per obbligare la gente a scorrere fino in fondo, segnalando a Substack che la newsletter è stata letta per intero. Io l’ho messo perché mi piace molto l’idea di piazzare una curiosità da scoprire e la risposta è più in basso, ma non proprio in fondo.
Buona lettura!
Un quiz!
A quale gioco per Mega Drive la recensione di Game Power assegnò un doppio voto globale (75% per un giocatore, 93% per due o più giocatori) ?
Eternal Champions
Streets of Rage 3
FIFA International Soccer
La risposta è più in basso.
Il meta di un videogioco
Questa è una newsletter di servizio. Per chi legge, perché in qualche caso può capire il significato della terminologia utilizzata quando si parla e scrive di videogiochi. Ma anche per chi scrive, perché svariate volte sono io il primo che non sa come si utilizza una di queste parole dei videogiochi o la sua storia e il suo contesto. Ecco, io di fronte a “meta” mi ci sono ritrovato tante volte e altrettante volte sono rimasto inebetito a contemplare lo schermo. Che si intende? Cos’è “il meta di un videogioco”? Mi è successo anche di recente:
Uno strillo in homepage di Multiplayer mi ha risbattuto in faccia la mia ignoranza sul tema. “Valorant: arriva Outlaw, il nuovo fucile che può cambiare il meta”. Nell’articolo non ci si preoccupa di spiegare cosa voglia dire “cambiare il meta”, dà per scontato che chi si interessa a un simile articolo, lo sappia di già (il che è comprensibile).
Come si colloca nel meta competitivo l'Outlaw ma, soprattutto, a che tipo di giocatori può piacere?
Sembra assurdo ma è così: una sola arma è capace di scuotere il meta competitivo di Valorant, e l'Outlaw è qui per dimostrarcelo.
Giordana Moroni - Multiplayer1
Altre volte ho affidato la mia sete di sapere a Google e ne sono uscito soddisfatto, o almeno credo. Perché poi mi è successo di nuovo, a mesi di distanza, di ricapitare davanti a “meta” e di non ricordarmi cosa cavolo volesse dire. A quel punto mi è anche iniziato a venire il dubbio che io e “meta” non fossimo compatibili, che appartenessimo a due standard differenti e incapaci di comunicare. Possibile che il suo concetto non mi si riesca a fissare in mente? Possibilmente senza cacciare fuori il PIN della carta di credito?
Questa volta ho voluto fare le cose diversamente, perché solo i pazzi si aspettano risultati differenti da comportamenti identici (o così ha scritto qualcuno su internet, probabilmente uno tra Jim Morrison e Oscar Wilde). Ho posto la domanda ad alcuni amici e colleghi. Mi sono detto: “forse non è un problema solo tuo, forse è diffuso, forse stai regalando la tua voce a una minoranza silenziosa!”.
Non è così, mi hanno tutti risposto in maniera sensata, soddisfacente e coerente tra di loro. La buona notizia è che almeno due di questi non hanno una newsletter e quindi non potete andarvene da qua sperando di approdare a pascoli più verdi.
Però, prima di procedere oltre…
SE NON LO SAPEVI
Sì, ma cosa cavolo è Valorant?
Valorant è un hero-shooter, un FPS realizzato da Riot Games. Abbiamo già avuto l’occasione di parlare degli “hero-shooter” in questa puntata. Sono sparatutto con visuale in soggettiva (First Person Shooter, FPS) in cui si vestono i panni di personaggi ben definiti, con un nome, una storia e delle abilità specifiche: degli eroi e non dei signor Nessuno. In Valorant, a sfidarsi sono due squadre da cinque eroi. Gli hero-shooter, infatti, sono pensati principalmente per il gioco competitivo online e Riot Games è la stessa software house responsabile di League of Legends, un gioco online di enorme successo.
Valorant è una versione più accessibile di Counter-Strike di cui non sapevo di avere bisogno (finora). Le abilità aggiungono a ogni round un dinamismo che crea dipendenza ed espandono le possibilità del lavoro di squadra tipiche di questo genere di FPS.
Morgan Park - PC Gamer2
Possiamo riprendere.
Mettiamo giù una bella base con
di :Il meta è quell'insieme di strategie e soluzioni più indicate per raggiungere la vittoria in quel dato momento.
Mi sembra azzeccato partire da lui non solo perché è il primo che ha risposto, ma anche perché descrive in modo conciso l’essenza del meta, che è quello che avete appena letto. Probabilmente all’epoca di Sensible Soccer il meta era “correre verso l’area avversaria, perpendicolarmente a uno dei due pali e, ancora fuori dall’area, tirare dritto a fil di palo per una rete quasi sicura” (se ricordo bene).
Lorenzo ha anche questo bonus che cura una newsletter che si chiama “Heavy Meta” e che ci mantiene in argomento. Il suo meta è la parola che deriva dal greco μετά ed è anche l’origine della mia confusione riguardo a quest’altro “meta”, che con gli ellenici non c’entra proprio nulla.
Mentre preparavo questa puntata, sono inciampato in un brevissimo articolo pubblicato da Everyeye e in cui Leonardo Calamari spiega proprio il significato di “meta”. Lo fa specificando il significato letterale del termine.
In quanto acronimo dell’espressione inglese most effective tactics available, la parola META viene utilizzata per indicare l’insieme di elementi e strategie più efficaci all’interno di un titolo.3
Alleluja! Come avevo fatto a non incappare prima in qualcosa di simile? Questo meta è, in effetti, M.E.T.A. e con il meta-gioco e la metafisica non c’entra proprio nulla! Anche per le persone a cui ho chiesto, deve essere un bello smacco accorgersi di essersi persi questo passaggio della faccenda (dato che nessuno ne ha fatto cenno).
Ma, un attimo, interviene Reddit per un aggiornamento.
Quindi, secondo questo utente che scrive sullo spazio di Reddit di League of Legends (giusto per non andare lontani), l’acronimo non esiste e tornano in campo i pensatori greci. Di persone sicure che l’acronimo sia stato inventato di sana pianta dopo che si è diffuso l’utilizzo di meta nei videogiochi, è pieno ogni motore di ricerca (qui un altro esempio).
Va bene, è andata così, facciamo finta che non sia mai successo.
[Meta] È lo zeitgeist dell'aspetto competitivo di un gioco. Quell'insieme di strategie, equipaggiamanento, abilità e tattiche che vengono percepite (in un determinato momento) dai giocatori come più funzionali rispetto ad altre. Non è una cosa scolpita pietra ma è anzi un concetto fluido, qualcosa che cambia in base a nuove scoperte, aggiornamenti e alle capacità che i giocatori acquisiscono.
Questa volta a rispondere è
di . Le sue righe mi tornano utili per: a) ricordarvi che Zeitgeist è il sesto album in studio degli Smashing Pumpkins (2007) e b) che la fluidità del meta di un videogioco, è un parametro essenziale da tenere a mente. Dopotutto è anche ciò di cui parlava l’articolo di Moroni per Multiplayer e cioè la possibilità che questo nuovo fucile rappresenti un elemento in grado di modificare il meta (i suoi equilibri). Lo dice anche Riot Games, in un approfondimento dedicato al fucile Outlaw:[…] it’s also important to us that we leave room for our designers to make gameplay adjustments as the meta reacts to the weapon4
[…] è comunque importante per noi lasciare spazio ai nostri progettisti per modificare il gameplay in base alle reazioni del meta all'arma 5
Una parte interessante di questo testo, è che tratta meta come se fosse una creatura senziente, di cui si aspetta di conoscere la reazione di fronte a questa modifica nella sua dieta quotidiana.
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Sempre sull’origine di meta, nel nostro ambito, aggiunge qualcosa Francesco Fossetti, ex responsabile di Everyeye e da un po’ co-fondatore e gestore del progetto Round Two, molto attivo su Twitch (e non solo).
Credo (ma non sono sicuro) che si usi questo termine perché le strategie vengono studiate sulla base di dati e statistiche raccolti dalla community e che non si trovano nel gioco stesso (quindi stanno - appunto - "oltre" il gioco).
Poi Fossetti, dopo aver incluso una definizione molto simile a quella già data da Fantoni e Zampini, va un po’ oltre:
Ci sono giochi che aspirano ad avere un meta statico e trovare un bilanciamento definitivo (tipo i picchiaduro), e giochi che invece hanno bisogno di un meta in continua evoluzione, come alcuni game as a service (penso a Destiny, in cui di stagione in stagione possono cambiare le armi più forti, e quindi più usate). In questi casi si cambia regolarmente il meta per favorire un mutamento delle abitudini dei giocatori: "avere un buon meta" può quindi indicare, in certi contesti, avere una buona rotazione delle strategie efficaci, evitando stravolgimenti troppo repentini ma anche eliminando una staticità che sulla lunga distanza potrebbe annoiare o stancare i giocatori.
Questa considerazione è particolarmente interessante: l’equilibrio immutabile, anche continuamente ricercato con interventi che, alla fine, riportino allo stato iniziale delle cose, non è per forza di cose l’obiettivo di ogni gioco competitivo. È un’esigenza tipica dei giochi contemporanei che, tramutandosi in servizi senza interruzione, devono trovare un senso alla loro esistenza pluriennale e strumenti con cui stimolare il pubblico pagante.
La mia idea, per chiudere, era di includere una testimonianza audio di Gianluca Loggia, anche lui sempre presente su Twitch (e di recente anche con un blog nuovo di zecca). Invece no, per una volta che a me serviva una nota audio, lui mi ha mandato una risposta scritta. Una che spiega il meta senza rifarsi agli FPS.
Esempio: Hearthstone (è lì che parlavo spesso anch’io di meta). Nel gioco di carte Blizzard, così come in molti dei suoi “colleghi” (tutti quelli che arrivano direttamente da Magic: The Gathering, diciamo), sono parecchie le cose che cambiano nel tempo. Alcune carte vengono modificate (alla ricerca costante dell’equilibrio), nuovi set di carte vengono aggiunti continuamente (è la base della monetizzazione di questi giochi) e i più vecchi vengono fatti fuori dai formati principali. Di conseguenza, il “meta” cambia sempre. Lo scenario competitivo non è mai lo stesso. Non puoi imparare a giocare a Hearthstone una volta e stare tranquillo, no. Devi sempre sapere com’è il meta attuale, ovvero che tipo di mazzi andrai a incontrare, quanto spesso eccetera. E, di conseguenza, modificare il tuo mazzo per renderlo più efficace contro i mazzi più giocati in quel momento, adattandolo così al meta.
Un quiz!
Risposta: Eternal Champions (Sega, 1993).
Cosa è successo nella puntata precedente?
Questa newsletter è stata riletta e corretta da Floriana Grasso: se sei alla ricerca di qualcuno che ti corregga le bozze, prova a contattarla!