Cercalo e trovalo su Fortnite
Come far capire che dentro a Fortnite c'è un nuovo gioco? Cos'è un "seed"?
Ciao,
benvenuti nel 2024 delle Parole dei videogiochi, un anno che sarà vissuto seguendo la filosofia del “di meno ma di più”. Intanto questi editoriali saranno accorciati e, se riesco a fare violenza al mio ego, addirittura eliminati. Poi le puntate potranno essere più numerose o molto differenti tra di loro. Un’ipotesi è alternare in maniera regolare puntate più lunghe ad altre più brevi, un’altra è riservare quelle più impegnative agli abbonati paganti, ma nulla è deciso. Per iniziare a capire se anche un formato più veloce può essere apprezzato, parto con una puntata sperimentale che va proprio in questa direzione (alla fine c’è un brevissimo sondaggio, se vi va potete farmi sapere che ne pensate).
Buona lettura!
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È un nuovo videogioco? È un pezzetto di un videogioco già esistente? Ha a che fare con le regole e i modi di fare di Fortnite? È in vendita? Dove si compra?
Qualche settimana fa è stato lanciato qualcosa che ha a che fare sia con Lego che con Fortnite. Mentre saltellavo tra le notizie del giorno, ho visto passare via veloce qualche titolo che citava Lego e mi sono fermato per provare a capire di cosa si stesse parlando. Per chi “viene da fuori” e cioè non hai mai frequentato Fortnite, non è così facile orientarsi e riuscire anche solo a farsi un’idea di quale sia la natura della proposta del momento e cosa si intenda in termini pratici. È un nuovo videogioco? È un pezzetto di un videogioco già esistente? Ha a che fare con le regole e i modi di fare di Fortnite? È in vendita? Dove si compra?
Non è stato un processo veloce e intuitivo, ma poi ce l’ho fatta e ho trovato chi mi ha spiegato che LEGO® Fortnite® è un videogioco a sé stante, che però si trova dentro a un altro videogioco (Fortnite naturalmente, realizzato e messo in vendita da Epic). Fortnite ha avuto un tale successo che è diventato qualcosa di più di un solo gioco e quindi di un solo prodotto: è come un parco a tema virtuale, a cui si accede scaricando gratuitamente il gioco e a quel punto si ha la libertà di muoversi tra le sue aree e le relative proposte. L’evoluzione di Fortnite in qualcosa di più di un solo gioco si è già concretizzata anni fa e infatti è sempre più frequente che i fini conoscitori della materia si riferiscano a lui definendolo “una piattaforma”. Che in italiano non è proprio il massimo dell’intuitività, ma probabilmente è meglio del mio “parco a tema virtuale”.
Alcuni giorni dopo il lancio di LEGO Fortnite (e i pentacoli dei marchi registrati se li scordano), non so dove ho visto comparire una pubblicità, che a proposito del gioco diceva “Cercalo in Fortnite”:
Mi è sembrata una scelta di parole molto interessante e onesta. Tanto per cominciare evidenzia una situazione non proprio ideale. Se devi invitare un tuo possibile cliente a cercare qualcosa, quando questo qualcosa è un prodotto digitale e quel cliente sta già consultando una risorsa online e digitale, vuole dire che forse le cose potrebbero essere più lineari di così. Insomma, se nell’editoriale di una rivista avessi scritto: “abbiamo la recensione di Metal Gear Solid 2, cercatela nella rivista”, invece di “la trovate a pagina 46”, sarebbe stato un po’ idiota. Però può succedere di precorrere i tempi e di ritrovarsi sprovvisti degli strumenti utili, finché non si capisce come farli e come usarli per maneggiare al meglio tutto ciò che va maneggiato in questi nuovi tempi.
Le parole scelte da Epic rimangono interessanti perché trattano Fortnite non più come un semplice videogioco, ma come un luogo in cui succedono svariate cose. Forse Epic non ha cominciato a farlo oggi e, anzi, quasi sicuramente sono solo io che me ne accorgo adesso. Forse una comunicazione così espressiva si è ritenuta necessaria perché l’altro nome in gioco, Lego, è di quelli che smuovono le montagne (dove con montagne intendo: gruppi di potenziali clienti di qualsiasi età).
Sul sito istituzionale di Lego, nella pagina dedicata a LEGO Fortnite, la formula è un po’ diversa ma proprio di poco, “Trovalo in Fortnite”:
Tra cercare e trovare c’è una bella differenza, ma non sono tanto sicuro che sia così marcata in questo caso. Però apprezzo il passaggio conclusivo, “Sì, è così facile!”, che non risparmia sull’ottimismo. In questo caso si dà anche per scontato che la maggioranza di chi leggerà queste righe, abbia già un account su/di Fortnite e ne conosca le dinamiche. Si saranno fatti i loro calcoli. E allora chissenefrega se il messaggio non è di per sé chiarissimo ai non frequentatori di Fortnite, sempre meglio iniziare a fargli capire che dentro a Fortnite succedono tante cose. Tra cui questa: il lancio di un altro videogioco.
Il seme di un mondo
A proposito di Lego Fortnite: all’inizio della partita il gioco richiede la creazione di un proprio mondo, che sarà unico perché creato in maniera casuale. Un po’ come succedeva con le mappe di SimCity, per chi ha un passato da sindaco. Tra le opzioni c’è anche quella di inserire un codice che, al contrario, genererà un mondo ben preciso. Quel codice lo si può avere solo se il mondo che si vuole generare è già esistito in un’altra partita (anche di un giocatore differente). Si sta quindi chiedendo al sistema di creare una replica perfetta di quell’altro mondo. Ogni mondo in Lego Fortnite ha un suo codice identificativo, che può essere utilizzato proprio allo scopo di replicarlo. Quel codice si chiama “seed”, perché è il seme che contiene tutte le informazioni che germogliano, poi, nel mondo vero e proprio.
Il concetto di seed non è specifico di Lego Fortnite. Sono molti i videogiochi che lo utilizzano ed è tipico di quelle esperienze che prevedono una parte procedurale di generazione dei contenuti del gioco stesso. Con procedurale si intende che la creazione di una mappa di gioco è contraddistinta da una parte di casualità, che però segue delle regole impostate e/o che posiziona a caso dei macroelementi ben rifiniti al loro interno. Vuole dire che in un gioco come Hades (Supergiant Games, 2020), in cui si deve fuggire da un dedalo di stanze, la successione delle stanze è casuale, ma il contenuto delle stanze (ostacoli, nemici, risorse) non lo è e le stesse stanze sono ordinate secondo delle classi che ne determinano il momento in cui possono (o non possono) apparire.
Quella della generazione procedurale è una filosofia di design che viene abbracciata sempre più spesso, come testimonia la proliferazione di giochi roguelike e roguelite, cioè di giochi che tendenzialmente ricominciano presentando delle continue variazioni sul tema dei propri mondi, ogni volta che si perde e tocca ripartire (a volte da zero, a volte mantenendo almeno una parte dei progressi raggiunti). Credo di aver incrociato lo sguardo con un seed, per la prima volta, giocando a Tumbleseed, un gioco del 2017 molto infame. Se volete saperne di più, potete cliccare qui e leggere l’intera recensione.
Consiglio queste due letture, utili per approfondire velocemente la questione del successo dei giochi roguelike e roguelite:
Perché gli sviluppatori indipendenti adorano i roguelite (Boss Level Gamer)
Perché vi piacciono i roguelite? (Reddit)
BONUS!
The King of Grabs
Nell’ambito dell’editoria specializzata in videogiochi, “grabbare” è stata a lungo una parola molto utilizzata da poche persone. Può essere che non vi dica nulla, o tutto al più vi procuri qualche brivido freddo (grazie a The Donald), ma serviva a indicare l’atto di “catturare” le immagini dei videogiochi. Quelle immagini sarebbero poi andate ad accerchiare il testo degli articoli.
Un ex giornalista inglese, il cui soprannome online è Mallo e che credo non voglia farsi identificare più precisamente (ma se siete molto curiosi ci metterete poco a farlo), ha deciso di auto-incoronarsi “The King of Grabs” e pubblica online le immagini dei videogiochi che cattura. In effetti sono spesso di ottimo livello.
Avendo sviluppato io stesso questa malattia delle immagini dei videogiochi e avendolo fatto per decenni, posso comprendere perfettamente di che tipo di amore si parli. Vi consiglio di guardarvi un po’ delle sue gallerie di “grab”.
Clicca qui per The King of Grabs.
Cosa è successo nella puntata precedente?
Questa newsletter è stata riletta e corretta da Floriana Grasso: se sei alla ricerca di qualcuno che ti corregga le bozze, prova a contattarla!
Ciao Mattia! Puntata interessante come sempre, mi piace molto il fatto che forse vedremo sempre più spesso i "cercalo/trovalo in [nome gioco]". Io leggo volentieri entrambe le tue proposte, ma preferisco quelle corte solo perché ho lo span d'attenzione molto breve e mi distraggo facilmente e quindi per leggere un approfondimento intero lo divido io stessa in ulteriori puntate :) un abbraccio e buon anno!