La questione dei giochi che sono "troppo" (troppi contenuti, troppo dilatati, troppo impegnativi, troppo pericolosi per gli sviluppatori) mi sembra una di quelle che segneranno il futuro prossimo dei videogiochi. E che lo stanno già segnando, probabilmente. Quanti editori e sviluppatori possono davvero permettersi, cioè permettersi sul lungo periodo, di produrre continuamente giochi che richiedono uno sviluppo così lungo, spese così ingenti e ritorni tutti da verificare? Quanto spazio c'è? Ma soprattutto quale è la misura giusta di fronte a cui fermarsi? Arriverà il momento in cui si dovranno moderare le aspettative di quella parte più caciarona del pubblico, quella che fa rumore, quella che commenta indispettita se viene fuori che il prossimo Capitolo N+1 di Mega Brand osa "pesare" meno di quello che l'ha preceduto. Perché così in tanti si stanno infilando in una corsa all'ingrasso senza senso. E non parlo solo delle mega-avventure con elementi ruolistici: The Last of Us Part II è fantastico, ma è anche uno dei giochi d'azione più lunghi ed esigenti che ricordi. Non mi avrebbe dato fastidio se un paio di digressioni fossero rimaste escluse dal percorso principale e aggiunte come contenuti extra, a pagamento.
E' molto interessante. Io ho la Playstation e tre distinte copie di No Man's Sky (ho comprato tutte le edizioni per la console Sony per supportare Hello Games).
Quando è uscito NMS tutti sanno che è stato seppellito sotto ad infinite critiche come queste. Che erano probabilmente vere. Io però l'ho preso per un gioco per quell'Amiga 50000 che mi sarebbe piaciuto che esistesse se Commodore non fosse fallita. Sull'Amiga c'erano tonnellate di giochi dove non succedeva una sega per eoni, ma già solo girare per mondi in 3D era una conquista, all'epoca. Mi sono potuto dire soddisfatto di NMS 1.0 e molto soddisfatto di quello che è arrivato dopo. E quello che è arrivato dopo è il 95% della roba.
Ecco, probabilmente è necessario se non obbligatorio esprimersi adesso su Starfield, ma appunto, migliaia di content creators stanno producendo ore e ore di divertimento. Tutto sta nel riuscire a trovare il più adatto alle esperienze di chi ci potrà giocare. Io non prenderò certo una Xbox per questo gioco, ma probabilmente potrebbe rivaleggiare con Star Citizen.
Sulla riflessione più profonda sulla dimensione ideale di un gioco, è difficile chiedere un haiku a Dante, la Bethesda sforna titani. Però le dimensioni in un gioco contano, molto.
E se il futuro dei videogiochi in abbonamento puntasse invece verso la "brevità"?
Del resto, se su Netflix o Disney+ una stagione di una serie TV dura mediamente sei ore (8-10 episodi da 42 minuti ciascuno), perché un videogioco di Game Pass dovrebbe avere una campagna principale da 70-100 ore?
La questione dei giochi che sono "troppo" (troppi contenuti, troppo dilatati, troppo impegnativi, troppo pericolosi per gli sviluppatori) mi sembra una di quelle che segneranno il futuro prossimo dei videogiochi. E che lo stanno già segnando, probabilmente. Quanti editori e sviluppatori possono davvero permettersi, cioè permettersi sul lungo periodo, di produrre continuamente giochi che richiedono uno sviluppo così lungo, spese così ingenti e ritorni tutti da verificare? Quanto spazio c'è? Ma soprattutto quale è la misura giusta di fronte a cui fermarsi? Arriverà il momento in cui si dovranno moderare le aspettative di quella parte più caciarona del pubblico, quella che fa rumore, quella che commenta indispettita se viene fuori che il prossimo Capitolo N+1 di Mega Brand osa "pesare" meno di quello che l'ha preceduto. Perché così in tanti si stanno infilando in una corsa all'ingrasso senza senso. E non parlo solo delle mega-avventure con elementi ruolistici: The Last of Us Part II è fantastico, ma è anche uno dei giochi d'azione più lunghi ed esigenti che ricordi. Non mi avrebbe dato fastidio se un paio di digressioni fossero rimaste escluse dal percorso principale e aggiunte come contenuti extra, a pagamento.
E' molto interessante. Io ho la Playstation e tre distinte copie di No Man's Sky (ho comprato tutte le edizioni per la console Sony per supportare Hello Games).
Quando è uscito NMS tutti sanno che è stato seppellito sotto ad infinite critiche come queste. Che erano probabilmente vere. Io però l'ho preso per un gioco per quell'Amiga 50000 che mi sarebbe piaciuto che esistesse se Commodore non fosse fallita. Sull'Amiga c'erano tonnellate di giochi dove non succedeva una sega per eoni, ma già solo girare per mondi in 3D era una conquista, all'epoca. Mi sono potuto dire soddisfatto di NMS 1.0 e molto soddisfatto di quello che è arrivato dopo. E quello che è arrivato dopo è il 95% della roba.
Ecco, probabilmente è necessario se non obbligatorio esprimersi adesso su Starfield, ma appunto, migliaia di content creators stanno producendo ore e ore di divertimento. Tutto sta nel riuscire a trovare il più adatto alle esperienze di chi ci potrà giocare. Io non prenderò certo una Xbox per questo gioco, ma probabilmente potrebbe rivaleggiare con Star Citizen.
Sulla riflessione più profonda sulla dimensione ideale di un gioco, è difficile chiedere un haiku a Dante, la Bethesda sforna titani. Però le dimensioni in un gioco contano, molto.
E se il futuro dei videogiochi in abbonamento puntasse invece verso la "brevità"?
Del resto, se su Netflix o Disney+ una stagione di una serie TV dura mediamente sei ore (8-10 episodi da 42 minuti ciascuno), perché un videogioco di Game Pass dovrebbe avere una campagna principale da 70-100 ore?