PS5 Pro e l'inatteso ritono della mid-gen
Tutto avrebbe fatto intendere che non ci sarebbe stata, e invece...
Ciao,
qualche settimana fa mi sono fidato delle parole di Hiroki Totoki, CEO ad interim di PlayStation. Di fronte a risultati fiscali tutt’altro che deprecabili, ma con alcuni risvolti preoccupanti, Totoki aveva sostenuto che un abbassamento di prezzo per PlayStation 5 non fosse al momento previsto. Perché un’ottimizzazione della produzione e dell’assemblaggio dell’hardware tale da portare a un abbassamento di prezzo non era ipotizzabile. A questo si aggiungeva la notizia che le stime di vendita di PlayStation 5 per l’anno fiscale fossero state riviste verso il basso (da 25 a 21 milioni di unità). Provando a fare un po’ di matematica, ho supposto che una nuova versione della console, più potente (e quindi più costosa), non potesse essere credibile. Non adesso perlomeno. Evidentemente mi era sfuggito qualcosa, dato che le voci che si rincorrono sull’esistenza di questa nuova PlayStation 5 sono ormai troppe e le (in alcuni casi da fonti assolutamente attendibili). In questa puntata mi occupo proprio delle console “mid-generation” che potrebbero arrivare e di quelle che ci sono già state. Intanto cerchiamo pure di capire come chiamarli, questi affari.
Buona lettura!
PlayStation 5 “Pro” e altre forme di Xbox
Dopo la puntata sulla next-gen, questa è quella sulla mid-gen. Oggi come qualche settimana fa, la spiegazione è molto veloce: con l’espressione mid-gen si indica una versione di una console già esistente, ma con risorse hardware che consentono prestazioni migliori rispetto al modello originale. La generazione rimane la stessa, ma la famiglia si allarga. Sto andando un po’ a tentoni, perché la storia delle iniziative mid-gen non è molto ricca. Anzi, l’espressione è stata adottata a partire dal 2016 e con riferimento unicamente a PlayStation 4 Pro (della famiglia PlayStation 4) e Xbox One X (della famiglia Xbox One).
La prima mossa in direzione di una generazione a metà strada è stata di Microsoft che, in apertura dell’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles del 2016, ha annunciato Project Scorpio.
Coming Holiday 2017, Project Scorpio will be the most powerful console ever created, with 6 teraflops of GPU delivering a premier console gaming experience including true 4K gaming and high fidelity virtual reality. Project Scorpio will join the Xbox One family and coexist alongside Xbox One and Xbox One S and all of your Xbox One games and accessories are compatible.1
In arrivo durante il periodo natalizio del 2017, Project Scorpio sarà la console più potente mai creata, con una GPU da 6 teraflop che assicura un’esperienza su console di primissimo livello, con videogiochi a 4K e una realtà virtuale di altissima qualità. Project Scorpio si unirà alla famiglia di Xbox One e coesisterà a fianco di Xbox One e Xbox One S e tutti i giochi e gli accessori di Xbox One saranno compatibili.
Nonostante venga subito messo in chiaro che Project Scorpio farà parte della famiglia di Xbox One, e quindi non rappresenti la generazione successiva, il termine “mid-generation” o “mid-gen” non viene utilizzato. In realtà ai tempi la mossa era talmente inattesa, che queste parole non bastarono a escludere che si trattasse della nuova console di Microsoft, semplicemente pronta a sedersi a fianco di Xbox One per un po’, prima di pensionarla del tutto. Di proclami simili se ne erano già letti, come quando Nintendo definì DS il “terzo pilastro” della sua proposta di console: si sarebbe affiancato a GameCube e Game Boy Advance, senza sostituire quest’ultimo. E invece lo sostituì e pure velocemente.
Pochi mesi dopo la parola passa a Sony.
Sony Interactive Entertainment today announced the introduction of PlayStation®4 Pro computer entertainment system, which delivers enhanced experiences through improved image processing capability and support for 4K quality images. This marks the first time ever in the history of PlayStation® that a higher-end system will be introduced in the middle of the platform’s lifecycle. PS4 Pro will complement the standard PS4, including the slimmer and lighter model also announced today.2
Sony Interactive Entertainment oggi annuncia il sistema di intrattenimento PlayStation 4 Pro, che offrirà un’esperienza avanzata attraverso una maggiore capacità di elaborazione delle immagini e il supporto alle immagini 4K. Si tratta della prima volta nella storia di PlayStation che un sistema di più alto profilo viene introdotto a metà del ciclo vitale di una piattaforma. PS4 Pro si affiancherà alla PS4 standard, incluso il modello più snello e leggero annunciato oggi.
Questa volta Sony ci aiuta parecchio. Intanto perché parla apertamente del concetto di “via di mezzo”, sostenendo che PS4 Pro arrivi proprio “a metà del ciclo vitale di una piattaforma” o, forse, sarebbe meglio dire “nel bel mezzo”. Poi perché sottolinea come sia la prima volta che succede. L’abitudine, a quel punto, era di vedere comparire un modello della console di punta frutto dell’ottimizzazione concessa dalla produzione in serie degli anni precedenti. È sempre successo nella storia di PlayStation, a partire da PSone, che ha aperto la strada (arrivando però alla fine della storia di PlayStation, nel 2000). È risuccesso con le rilettura smagrite di PS2 nel 2004, PS3 nel 2011 e, appunto, PS4 nel 2016. Non sta succedendo con PlayStation 5, come detto all’inizio di questa puntata.
PS5 Pro invece potrebbe succedere. Ne sono convinti anche nella redazione di Digital Foundry, l’autorità massima nel campo dell’analisi dei videogiochi e degli hardware da gioco dal punto di vista puramente tecnico.
Una settimana fa sono emersi ulteriori dettagli sulle specifiche tecniche di PlayStation 5 Pro. La macchina esiste e arriverà relativamente presto: per larga parte le informazioni trapelate sono affidabili.3
Anche Digital Foundry si diceva poco convinta della possibile esistenza di modelli di console mid-gen per questa generazione, attraverso un articolo del 2022 del suo responsabile Richard Leadbetter.
Ci sono svariati motivi per cui scommettere contro l’arrivo di console potenziate, tra cui il fatto che siamo ancora alle prese con una transizione dalla generazione precedente apparentemente senza fine, che si sta estendendo fino al terzo anno di questa generazione.4
Tra i motivi che spingono Digital Foundry a sostenere l’impraticabilità della via della mid-gen ci sono le mutate condizioni del mercato della componentistica, che non sta garantendo ribassi nei costi come aveva garantito nei vent’anni precedenti. Che è poi il motivo per cui Microsoft ha proposto fin dall’inizio della storia della nuova generazione di Xbox, due modelli: uno di profilo più alto, Xbox Series X, e uno più basso, Xbox Series S.
Eppure Project Trinity, come viene etichettata PlayStation 5 Pro internamente, pare proprio esistere ed essere pronta per svelarsi al grande pubblico. Non c’è più la spinta del supporto ai pannelli 4K a renderla appetibile, come era avvenuto invece con PS4 Pro e Xbox One X, quindi è possibile che i passi in avanti siano (ancora) meno evidenti rispetto a quelli offerti dalla classe mid-gen del 2016/2017.
A proposito di Xbox: nell’ultima parte del 2023 dei documenti riguardo alle mosse degli hardware da gioco di Microsoft fino al 2030 sono finiti nelle mani dei giornalisti5 (essendo stati presentati come prove nel caso tra Microsoft e gli enti regolatori per l’acquisizione di Activision Blizzard King). Dentro vengono citati due nuovi modelli di Xbox Series, previsti (in quel momento?) per l’autunno del 2024. Da quanto è dato capire, si tratterebbe in entrambi i casi di console sovrapponibili a quelle già esistenti per prestazioni.
Una delle leggi non scritte delle console mid-gen della passata (mezza) generazione, quindi l’unica esistente, è che i videogiochi rimangono compatibili con l’intera famiglia di console di appartenenza. Possono funzionare meglio sui nuovi hardware, ma non sono dedicati a loro in maniera esclusiva. Tranne che per Cyberpunk 2077.
32X: prima delle generazioni di mezzo
Nell’estate del 1994 il mensile Game Power definiva “sconvolgente”6 l’annuncio del Mega Drive 32 da parte di Sega. Era Project Mars, poi diventato Sega Mega Drive 32X (o Sega Genesis 32X o Super 32X, a seconda del punto del mondo in cui ci si trovasse). Non era una console mid-gen, ma ci andava molto vicino. Mega Drive 32X era un pezzo in più, da collegare al Mega Drive per poter ottenere prestazioni migliorate. Acquistare il 32X senza avere a casa un Mega Drive non serviva proprio a nulla. Un’altra differenza sostanziale con l’attuale concetto di mid-gen è che per 32X vennero realizzati giochi dedicati in maniera esclusiva, che il solo Mega Drive non poteva riprodurre.
Con il senno di poi si può avvicinare il concetto del 32X a quello delle attuali console mid-gen. Non tanto nella progettazione, come appena visto, ma negli effetti sperati: allungare quel ciclo vitale. All’epoca i ritmi erano completamente differenti, la generazione a 16-bit aveva completato il suo debutto in tutto il mondo nel 1992 (con la distribuzione in Europa del Super Nintendo), e già nella seconda metà del 1995 le macchine a 32-bit sarebbero state ovunque. La stessa Sega avrebbe lanciato il 32X esattamente negli stessi giorni in cui metteva a disposizione il Saturn (la sua nuova ammiraglia a 32-bit) in Giappone: il 22 novembre 1994 per il Saturn e il 3 dicembre per il 32X. Sì, era un periodo molto complicato per Sega e il bello è che la situazione sarebbe andata solo peggiorando. Considerato l’enorme successo del Mega Drive negli Stati Uniti e in Europa, Sega of America spinse perché il Saturn venisse anticipato da una soluzione dal prezzo contenuto e che necessitasse per forza di cose della console a 16-bit già presente in milioni di case. Era una quasi mid-gen che voleva allontanare quanto più possibile l’esigenza di una reale next-gen.
Poi c’è l’approccio delle console portatili di Nintendo, anche loro abituate a rivedersi e riproporsi da molto prima che si diffondesse il termine mid-gen. Che cosa fu il Game Boy Color? Non era il tanto atteso nuovo Game Boy, non era il misterioso Project Atlantis (prima o poi arriverà una puntata solo sui nomi di progetto delle console), ma semplicemente un Game Boy con uno schermo a colori e qualche risorsa hardware in più. Dopotutto arrivava a quasi dieci anni di distanza dalla nascita dello storico mattoncino (1989 e 1998). Game Boy Color era compatibile verso il basso, nel senso che poteva accogliere tutti i giochi esistenti per Game Boy, ma i giochi per Game Boy Color erano a suo esclusivo appannaggio.
Nintendo riprovò la stessa mossa con Nintendo DSi (2008) nei confronti di Nintendo DS e New Nintendo 3DS (2014) con Nintendo 3DS, ma in questi casi le modifiche furono molto più contenute e il numero di giochi esclusivi pressoché inesistente.
EGORIFERITO
Dove leggermi questa settimana
Negli ultimi giorni ho scritto cose anche per altri (posso scrivere anche per voi, ma costo un po’).
Su Multiplayer potete leggere qualcosa riguardo a N64: a visual compendium, l’ultimo volume di una collana che l’editore Bitmap Books dedica alle immagini dei videogiochi di una specifica console.
(Clicca qui per leggere l’articolo)
Per Final Round mi sono occupato della recensione di Princess Peach: Showtime!, il gioco di inizio primavera di Nintendo per il suo Switch. Qui sopra c’è un video che mi vede perfettamente a mio agio nel parlarne, ma la recensione vera è nel link qua sotto.
(Clicca qui per leggere l’articolo)
BEAUTIFUL BOY
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“Oh, rest your feet on me / My lady of mercy” (The Last Dinner Party)
Massimiliano Sacchi, Game Power #30, luglio-agosto 1994.