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Il nome è orrendo, ma i giochi che ne fanno parte iniziano ad essere un certo numero e, oltre che dalla conoscenza come componente di design, sono accomunati da una qualità media piuttosto alta.

Quindi un nome ci vuole, per quanto brutto, per renderne più facile la diffusione tra il pubblico, specie ora che i mastodonti collassano.

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E quindi, a conti fatti, anche quella ciofeca di Mario is Missing, che era in bundle col mio primo pc nel 1994, è un esponente del genere. Ci ho messo una infinità a finirlo all’epoca, ma avevo solo 11 anni…

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Che poi, se vogliamo vederla da un’altra luce, “anche il franchise di Mario ha un esponente del genere”

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Così a prima vista sono termini cacofonici e già usurati dall'abuso dell'originale, anche se rendono un po' l'idea. Credo che i videogiochi abbiano sufficiente storia alle spalle, a questo punto, perchè gran parte della critica inizi ad affrontarli in modo maturo (d'altronde ho la mia età), un po' come succede per il cinema e i boardgame. I siti che parlano di videogame spesso abbondano di inutile hype gonfiato da finanziatori e si rendono istantaneamente poco credibili, il principale problema del giornalismo, attualmente. A questo punto le piattaforme davvero indipendenti, che pubblicano contenuti maturi e approfondimenti solo per quella frazione significativa dei 200 giochi che escono ogni giorno, forse hanno spazio per crescere e chissà, io ci spero sempre, tornare in edicola.

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