Invasione cinese: GTA su Nintendo DS
Dall'archivio: quella volta che sono andato a provare Grand Theft Auto Chinatown Wars negli uffici di Rockstar a Londra.
Ciao, Le parole dei videogiochi è ancora in vacanza. Questa è una puntata speciale a basso mantenimento, in cui ripropongo un articolo scritto molti, molti anni fa.
Nell’autunno del 2008 sono stato inviato dalla redazione di Nintendo la Rivista Ufficiale a provare una versione non definitiva di Grand Theft Auto: Chinatown Wars, il debutto della serie di Rockstar sul Nintendo DS. Negli uffici inglesi dell’etichetta mi venne mostrato il gioco, sia attraverso la prova di fatto su console, che grazie alla presentazione di qualcuno che è rimasto al mio fianco per tutto il tempo. Qualcuno di cui, al momento in cui mi sono poi messo a scrivere l’articolo, avevo scordato il nome.
Quello che trovate qua sotto è l’articolo che ho spedito alla redazione di Nintendo la Rivista Ufficiale, così come l’ho inviato. Vuole dire che dentro ci sono anche indicazioni per il responsabile di redazione (che qui ho rinominato Wario per scrupoli di privacy, non so perché) e chi si sarebbe dovuto occupare dell’impaginazione (il cui nome è “coperto” da quello di Sheik). Anche i riferimenti alle persone di Rockstar che mi hanno ospitato sono stati nascosti. Se siete molto, ma molto impallinati della vita di redazione e di come poteva funzionare il dialogo tra chi realizzava un articolo e chi lo riceveva, forse questa puntata molto particolare delle Parole dei videogiochi vi piacerà.
Attenzione: è un malloppone bello lungo, procuratevi qualcosa da bere che vi tenga compagnia.
[COVER STORY] - NRU 84
A cura di Mattia Ravanelli
[TITOLO]
INVASIONE CINESE!
[OCCHIELLO]
Rockstar trascina il mondo di Grand Theft Auto in un DS: il nuovo miracolo cinese.
[CORPO]
Entriamo dall’uscita posteriore di un piccolo edificio in mattoni rossi, così tipicamente british, in King’s Road. A garantirci l’ingresso è la quintalata di un minaccioso omone che, accigliato, scruta i nuovi arrivati alzando giusto di qualche millimetro lo sguardo dalla sua scrivania: il piccolo Riky è il receptionist degli uffici londinesi di Rockstar. Un personaggio splendidamente in linea con lo stile dell’etichetta di Sam Houser, di cui ignoriamo il vero nome, perché non siamo ancora tanto scellerati da andare a interrogare un orso di quello dimensioni, comprato (supponiamo) unitamente al piccolo zerbino “Not welcome to Rockstar” che ci saluta appena le porte dell’ascensore si aprono.
Moquette, abat-jour tipicamente seventies e teche in vetro dedicate ai tanti successi dell’ormai popolosa famiglia di GTA: non abbiamo sbagliato l’indirizzo. Per averne la conferma definitva è sufficiente varcare le soglie di una grossa sala riunioni. Invece del classico tavolone in cristallo con relative sedie in moderno ferro battuto e l’usuale parete a finestroni, la stanza è illuminata dalla luce fioca di qualche lampada, senza apparente sguardo verso l’esterno e, soprattutto, arricchita da tre divanoni in pelle strategicamente posti di fronte al televisore che sta per svelarci l’essenza e l’idea del progetto Grand Theft Auto Chinatown Wars.
Sono passati solo due mesi da quando Nintendo, in prima persona, ha annunciato l’esistenza del gioco in occasione dell’E3. Due mesi e due fiere dopo, nessuno (al di fuori dei dipendenti Rockstar, è ovvio) ha ancora visto il gioco. Nemmeno un’immagine. Le cose, fortunatamente, stanno per cambiare. “Il gioco è quasi pronto, verrà pubblicato in inverno, non abbiamo ancora la certezza di una data più precisa”, ammette XXYY [[chiedere a omissis]], “la scelta è comunque stata quella di lavorare con calma, senza pressioni, senza fretta, annunciando e mostrando Chinatown Wars solo in una fase particolarmente avanzata dello sviluppo”. E funziona. Il Nintendo DS verde acqua che ci viene infilato in mano ospita un gioco pressoché completo e non è uno di quelli che si autoassemblano per magia tra la notte e il giorno, tantomeno si tratta di una conversione frettolosa o di un piccolo esperimento degno di pochi mesi di sviluppo.
“Personalmente ho visto Chinatown Wars, per la prima volta, all’incirca un anno fa”, continua XXYY, “ma non saprei davvero dirti quando è cominciato lo sviluppo, anni comunque. Si parla di anni”, se ne parla, ma si vede anche. La missione principale era far dimenticare Grand Theft Auto Advance, il simpatico-ma-nulla-di-più esponente della saga che ha visto la luce negli slot del Game Boy Advance qualche anno fa (voto XXX su queste pagine) [[Wario, cerchiamo il voto, era 6 forse?]]. Deludendo tanto i fan, quanto Rockstar stessa.
Mettiamo da parte ulteriori presentazioni, allontaniamo momentaneamente anche i tramezzini “all’inglese” che ci vengono offerti unitamente a generose manciate di snack ipercalorici, preferiamo dedicarci a quello che sta per succedere su schermo. E quello che sta per succedere non lo sa, per davvero, nemmeno Huang Lee, il protagonista di Chinatown Wars. Nato a Hong Kong, Huang preme pensoso contro il poggiatesta del suo sedile: suo padre è morto, assassinato, ora si ritrova in volo verso Liberty City, biglietto di sola andata. C’è uno zio da incontrare, Wu “Kenny” Lee, il simbolo di una famiglia da consegnare, l’antica spada Yu Jian che si tramanda di generazione in generazione, e una verità da scoprire, naturalmente quella che avvolge la morte del genitore di Huang.
Ma la realtà è assai meno nobile: la spada non si tramanda affatto, si vince a carte... o almeno così è successo al padre di Huang. Che non era esattamente un nobile tutto intento alla preservazione dell’onore della propria famiglia, quanto più un vecchio con problemi di dipendenza dalle droghe e da donne impegnate nell’arte più antica del mondo. Huang lo sa, ma non se ne preoccupa. Anche perché, a voler ben vedere, non ne ha il tempo: atterrato al Francis International Airport, il giovane Lee non trova neanche il tempo di darsi una stiracchiata che un’imboscata lo coglie alla sprovvista (altrimenti che imboscata sarebbe?). Un proiettile gli sfiora il cranio, a sufficienza per farlo svenire, a sufficienza per illudere gli assalitori che è è bello che andato, pronto per i pesci del mare. La fase iniziale di Chinatown Wars ci vede quindi impegnati a origliare i discorsi dei due nuovi nemici che, dopo aver lanciato Huang sul sedile posteriore dell’auto, traghettano l’auto fino al porto, lanciandola infine nell’acqua.
Qualche colpo con lo Stilo sul lunotto posteriore e riusciamo a far riguadagnare la libertà a Huang, una libertà umida e putrida come l’acqua da cui emergiamo, prima di mettere di nuovo piede sulla terraferma e riuscire infine a raggiungere il quartier generale dello Zio Wu. Che è sorpreso di vederci, ci dava per morti, ma altrettanto indispettito (eufemismo) nello scoprire che la Yu Jiang è scomparsa, assieme agli assalitori, e con lei la possibilità per Wu di confezionare uno splendido e tradizionale dono a Hsin Jaoming, il leader delle Triadi a Liberty City, ormai pronto per la pensione e deciso a trovare al più presto un sostituto.
Caratterizzati dal solito stile tagliente e ritmato, i dialoghi di Chinatown Wars sono la prima testimonianza tangibile della cura e della personalità di Chinatown Wars: è un Grand Theft Auto al 100%, il fatto che si viva attraverso i due schermi di un Nintendo DS è un evento totalmente accessorio, eventualmente in grado di regalare nuove risorse e idee all’avventura. Una vicenda che sottolinea la voglia di Rockstar di esplorare sempre nuove atmosfere e settori socio-culturali: c’è stato il giovane italo-americano, l’afro-americano, l’immigrato dall’est europa e ora quello piombato in città da Hong Kong. Mai un personaggio banale, mai lontani dall’attualità che getta sempre più, e sempre più nervosamente, l’occhio verso il grande riscatto economico cinese e asiatico in senso più generale.
Ma torniamo al gioco, ritrovando un Huang Lee che, piuttosto malconcio, varca la soglia del suo piccolo appartamento. Come da tradizione il “covo” del proprio alter-ego digitale funge nel gioco quale rifugio utile per registrare i progressi effettuati (ma è comunque disponibile una modalità Sleep per il DS attivabile, naturalmente, in qualsiasi momento). Non solo, un bel frigo ospita messaggi e note, con tanto di magneti dalle fogge meno probabili ad arricchirne la porta: qualche strisciata con lo Stilo e abbiamo già creato slogan indicibili riposizionando i magneti a modo nostro. Anche questa è una di quelle piccolezze che, potenzialmente, fanno grande un gioco.
Sfortunatamente per Huang c’è qualcosa di più importante da fare, che giocherellare con le calamite sul frigo. Ci ritroviamo di nuovo per strada, pronti finalmente ad affrontare le insidie e a sfruttare le possibilità che Liberty City ha già messo a disposizione di almeno un paio di “eroi” prima di noi: adattandoci in pochi istanti a un sistema di controllo quanto mai lineare e immediato (i quattro pulsanti frontali permettono di sparare, saltare, entrare in auto o uscirne e correre), iniziamo a godere della particolare visuale scelta da Rockstar per riprendere le vicende di Huang. Non si tratta esattamente della stessa scelta tecnologia e grafica utilizzata nei primi due episodi della serie, perché qua è tutto in tre dimensioni e soprattutto perché uno strano, ma efficace, gioco di prospettive dona maggiore profondità alle riprese. Rimane, comunque, una visuale dall’alto, ma capace di ruotare di 360 gradi permettendo di esplorare al meglio ogni anfratto, senza dimenticarsi mai di giocare con vari piani di sviluppo verticale (come testimonia il semi infarto che ci prende quando la metropolitana leggera lancia un treno a curvatura due che crediamo stia per tranciare di netto l’auto di Huang... salvo scoprire che la minaccia si muove su di un piano superiore al nostro).
Ogni elemento all’interno della città è completamente tridimensionale, si diceva, il che permette non solo di creare un ambiente vivo e ricco, ma anche dotato di un buon tasso d’interazione. I pali della luce si piegano, gli stand dei giornali possono essere sradicati, gli idranti presi a cofanate per far esplodere il solito getto d’acqua nel Bronx che farebbe tanto felice Spike Lee e i rifiuti, se investiti, esplodono in una nuvola di sudicia untura. La metropoli è il cuore che pulsa di ogni Grand Theft Auto, perché è il personaggio più importante assieme al protagonista, come la New York dei tempi d’oro di Woody Allen: preparatevi quindi a riscoprire una Liberty City riproposta quasi nella sua interezza rispetto a quanto visto in Grand Theft Auto IV la scorsa primavera. Manca qualcosa, ma il volume di traffico non è cambiato e i cittadini riempono ancora i marciapiedi uscendo e rientrando di casa o spalancando l’ombrello se piove. Sì, perché Rockstar non ha voluto fare a meno né del ciclo giorno/notte, né (grazie al cielo) delle condizioni meterologiche mutevoli.
Per l’occasione, Liberty City sarà completamente esplorabile fin dalle primissime fasi di gioco, il che potrà naturalmente avvenire anche e soprattutto a bordo di uno dei tanti veicoli da rubare semplicemente premendo “Y” vicino a una portiera: se la vettura è parcheggiata, oltretutto, va messa in moto, il che avviene dopo aver risolto un minigioco. Minigioco che non si ripete sempre identico a se stesso, ma cambia a seconda della tipologia di auto e può passare dal chiedere di giocherellare con il blocchetto d’accensione aiutati da un cacciavite o, per fare solo un altro esempio piuttosto classico, al dover ricollegare due fili. Tutta l’esperienza di Chinatown Wars promette, comunque, una marea di “minigiochi”, il che non dovrebbe essere motivo di lamentela proprio per nessuno. Apriamo una parentesi a riguardo, che ci serve: la definizione di “minigioco” come utilizzata in questi anni, è fuorviante. Dici “minigioco” e subito si pensa a una qualche idea stupida e banale per allungare la brodaglia. No, non funziona così: in altri titoli, ma soprattutto in GTA Chinatown Wars, esistono fasi di gioco in cui l’interazione (permessa dal touch screen) raggiunge nuovi livelli, il sistema di controllo muta momentaneamente e la ricetta di gioco viene arricchita da nuovi, momentanei, elementi.
Per quanto abbiamo potuto provare, i minigiochi di Chinatown Wars non sono minigiochi, per l’appunto, ma momenti in cui si sfrutta sia lo Stilo che il Touch Screen per rendere ancor più profonda e interattiva l’intera faccenda. Qualche esempio? Sicuro: per creare delle molotov occorre “mirare” con la pompa della benzina dentro a delle bottiglie, infilando poi “a mano” uno straccio nel collo per creare la miccia. Ancora: ravanando nei cassonetti dei rifiuti (letteralmente spostando l’amata rumenta) si scova magari una pistola. Inoltre: una volta recultato, ogni nuovo membro nella gang di Zio Wu va marchiato a dovere con differenti tatuaggi da ricreare stilo alla mano. E non abbiamo ancora parlato di quando si ferma il motore del motoscafo (sì, perché ci sono barche, moto, autobus, ambulanze e tutto quanto vi aspettereste da un GTA) e via di questo passo...
Soprattutto non abbiamo ancora parlato di Panoramic, il PDA che occupa lo schermo inferiore del Nintendo DS durante il gioco. In modo del tutto simile al cellulare di Niko Bellic in GTA IV, il PDA di Chinatown Wars svolge il ruolo di “centro comunicazioni” per tutto quello che riguarda Huang. Sul suo Panoramic il giovane Lee riceve e spedisce messaggi, tiene d’occhio grazie alla funzione GPS la strada da percorrere, filtra i punti d’interesse, cambia addirittura arma (ok, qui occorre fare di necessità virtù e ricordarsi che in qualche modo il sistema di controllo andava snellito, anche passando attraverso un’illogicità come quella che porta a selezionare un mitra o un fucile a pompa attraverso un PDA). Non è certo finita qua: con il suo Panoramic Huang può collegarsi alla Nintendo Wi-Fi Connection e contattare altri giocatori sparsi per tutto il mondo, inviando messaggi od organizzando partite (seguendo modalità di gioco ancora non rivelate). Infine... infine c’è la possibilità di sapere tutto, ma proprio tutto, sui vari spacciatori di Liberty City. Mica per combatterli, figurarsi! Huang scopre presto che comprare e rivendere droghe di qualsiasi tipo può far gonfiare in un istante il portafogli.
Acidi, erba, ecstasy, cocaina ed eroina1... Huang non si fa certo problemi: compra e rivende, in quella che è una fase secondaria (e totalmente accessoria) del gioco, che però rischia di assorbire presto le vite elettroniche dei fan di GTA. Si, perché c’è molto di più di quello che sembra a una prima occhiata, nella “modalità spacciatore” di Chinatown Wars. Le droghe hanno un valore di mercato, continuamente in aggiornamento e continuamente visualizzato attraverso il PDA: Huang deve allora cercare di comprare al prezzo più “utile” relativamente a quanto può riuscire a rivendere la materia prima. Il PDA permette di visualizzare sia i compratori che i venditori, suddividendoli in categorie e preoccupandosi di segnalare le distanze che li separano da Huang.
Una volta arrivati al dunque, il giovane Lee farebbe meglio a controllare che non ci siano telecamere sparse in zona: se una delle tantissime telecamere di sorveglianza urbana è nei dintorni, saranno pochissimi gli acquirenti che vorranno sobbarcarsi il rischio di essere ripresi, consentendo però a Huang di vendere a prezzo più alto (maggiore è il rischio... maggiore il guadagno). Perché parliamo delle telecamere, però? Molto semplice: Huang Lee può facilmente avere la meglio sulle telecamere, con qualche fucilata o roba simile, ma sta a lui (e a voi) decidere se farlo o meno. Le telecamere ricoprono in Chinatown Wars il ruolo che fu dei piccioni in GTA IV e dei pacchetti nei vari GTA 3: ce ne sono tante e, per sfizio da completisti, possono essere devastate. Lasciandole al loro posto, però, possono svolgere un ruolo importante nell’economia del novello spacciatore di sostanze tossiche. Insomma, se cercavate un altro motivo per iniziare a pensare bene di Chinatown Wars, questa attenzione per il “mega” sottogioco potrebbe avervelo appena fornito.
Ci prendiamo, però, una pausa dalla faccenda di erba e acidi... preferiamo concentrarci di nuovo sulle missioni principali. Falcidiamo qualche esponente di una band rivale premendo “R” (“agganciando” così il nemico e riempiendolo successivamente di piombo), quindi cerchiamo un auto. Non ci vuole molto prima che la polizia si accorga di noi e della strage appena compiuta, spiegando le sirene e decidendo che è ora di dare una bella ripulita alla città. Rockstar ha pensato a un metodo tutto nuovo per gestire gli inseguimenti con la polizia in Chinatown Wars: non occorre più seminare le volanti uscendo dal loro campo visivo, ma anzi, è fondamentale cercare il contatto con le gazzelle, cercando di danneggiarle quanto più possibile, fino a metterle fuori gioco. Ma attenzione! Metterle “fuori gioco” non vuol dire farle esplodere per poi organizzare una bella grigliata a base di tutore dell’ordine, altrimenti le stelline di “felloneria” di Huang saliranno vertiginosamente, richiamando l’attenzione di un numero imprecisato di compagni dell’ex poliziotto, neo costoletta alla brace. In questo caso aspettatevi di vedere anche elicotteri delle forze dell’ordine o, se vi trovaste in acqua, motoscafi da inseguimento.
Abbiamo ancora qualche riga per citare i taxi che si fermano se richiamati dal fischio del giocatore (evviva il microfono del DS) o la possibilità di accelerare da fermi con l’auto per poi partire sgommando e lasciando una scia di fuoco dietro la vettura, senza dimenticare le missioni alternative a base di auto della polizia, dei pompieri, dei paramedici, degli stessi taxi e via di questo passo. Senza dimenticare che la modalità multigiocatore si appoggerà al Rockstar Social Club (vedi riquadro), senza dimenticare che ci sono i mille salti nascosti all’interno della mappa, senza dimenticare che Chinatown Wars è proprio un Grand Theft Auto, con pochissimi compromessi e tante belle idee. Dimenticandosi, eventualmente, che quello che abbiamo tra le mani è solo un Nintendo DS.
[BOX]
ROCKSTAR SOCIAL CLUB!
Quando le Triadi [[o la Triade? Non ne so un cazzo di ‘sta roba Wario, controlli tu? Grazie :D2]] invadono la Nintendo Wi-Fi Connection.
[[inserire loghino Wi-Fi Connection e magari logo Rockstar Social Club se lo trovate in giro, grazie per lo sbattimento]]
Preparatevi a messaggiarvi attraverso Panoramic con altri amici sparsi per i quattro angoli del globo: Grand Theft Auto Chinatown Wars supporterà infatti la Nintendo Wi-Fi Connection. Ma non è tutto: il gioco sarà inserito tra i titoli “supportati” dal Rockstar Social Club, un sito che, legandosi al proprio profilo nel videogioco selezionato, permette di tenere d’occhio statistiche di gioco relative a tutti gli appassionati sparsi nel mondo, partecipare a sfide e in generale sentirsi parte di un “Club”, per l’appunto. Si tratta, in parole povere, del massimo che Rockstar potesse prevedere in quanto a sviluppo online del proprio gioco. Ora rimane solo da capire quali saranno le vere modalità di gioco e come funzionerà il tutto una volta arrivato nei negozi.
ORIGINALE O LICENZIATO?
Alla scoperta della voce del gioco.
[[inserire un’immagine dei White Stripes con sopra un bel punto di domanda fatto bene, fatto bene Sheik! :**]]
Da GTA Vice City in poi, la saga dei fratelli Houser ha sempre saputo selezionare un gran numero di canzoni di qualità su cui contare per approfondire ulteriormente la caratterizzazione del proprio “universo”. Artisti celebri e pezzi che hanno fatto la storia (recente e meno) hanno accompagnato i giocatori attraverso Liberty City già in altre occasione... ma su DS? Rockstar ci ha confidato che al momento non è dato sapere se sarà presente una tracklist di famosi artisti anche in Chinatown Wars e nella versione che abbiamo provato il gioco era accompagnato da una colonna sonora originale tra il jazz e il funk (ma non solo). Ovviamente di mezzo ci sono le limitate dimensioni delle Schede Gioco DS, anche se XXXYY [[chiedere sempre a omissis il nome]] ha sottolineato che una versione precedente di Chinatown Wars ospitava alcuni pezzi dei White Stripes e dei Killers. Incrociamo le dita...
UNA CARRIERA PER HUANG
Rigorosamente illegale, rigorosamente redditizia.
[[inserire immagine the trade.tif]]
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare nel corpo principale dell’articolo, la fase di gioco dedicata allo spaccio di droghe è particolarmente corposa e l’intento di Rockstar è ovviamente quello di creare un gioco all’interno del gioco. Tenendo conto delle tante opzioni, addirittura di vere e proprie fluttuazioni di mercato delle droghe, della faccenda telecamere e del supporto certosino del PDA a tutta la faccenda, la sensazione è che la missione sia riuscita. L’idea riporta alla mente addirittura un vecchio esperimento per PC, chiamato Drug Wars. L’importante, comunque, è preoccuparsi di lasciare sempre le dosi nel rifugio quando si affrontano missioni “normali” o, in caso di arresto/morte, la polizia si preoccuperà di togliere a Huang tutte quelle che porta con sé (e ci mancherebbe altro!).
SGUARDO PANORAMICO
Come funziona e a cosa serve il PDA di Huang Lee?
[[non ci sono immagini :( Se vi viene in mente qualcosa di carino da mettere, mettete]]
Il Personal Digital Assistant presente in Chinatown Wars è una vera prelibatezza, un gioiellino per amanti della tecnologia. Si chiama Panoramic e, come lascia intendere il nome, vi darà una panoramica generale di tutto quello che sta succedendo attorno a Huang. Sulle sue “pagine” troverete messaggi di e-mail, profili dei personaggi conosciuti (con tanto di indirizzo e-mail, funzionerà davvero?), statistiche di gioco, opzioni per quanto riguarda i settaggi, la mappa con tanto di GPS e punti di interesse di Liberty City, per tacer di tutte le informazioni relative agli spacciatori...
[DIDASCALIE]
[[Sheik, la prima pagina la fai tutta con un artwork, per il fondino non so cosa ci sia nel materiale che ha visto Wario, chiedi a lui. Mi piacerebbe qualcosa di tendenzialmente bordeaux e oro, qualcosa di tipicamente squallor-cinese. Almeno come colori]]
[Sempre per la piccola, dolce, Sheik dei Monti: dato che abbiamo poche immagini, anche un’altra pagina a caso, ma lontano dalla prima, magari l’ultima, può essere tutta riempita da un altro artwork. Vado sulla fiducia perché di solito sono belli quelli di GTA]]
[[E ora comincio per davvero con le didascalie]]
[[Occhio che arrivano]]
[[Eccole]]
[[Ci siamo quasi]]
[[Pronte]]
driven to destruction 2.tif - DA NON METTERE NELLE PRIME DUE PAGINE
Un compagno della nostra gang ha qualcosa da spiegare a un gruppo rivale, di estrazione giamaicana. Quale metodo migliore che prendere un bel mitragliatore, fissarlo su un pick-up e svuotarne i caricatori addosso ai rivali finché la barra “Carnage” non è satolla?
driven to destruction.tif
In Chinatown Wars è naturalmente possibile sparare e guidare al tempo stesso: in questo caso esiste una sorta di “auto-mira” che però non ci è ancora parsa perfettamente calibrata.
recruiting drive 2.tif - METTERE NELLE PRIME DUE PAGINE
GTA Chinatown Wars utilizza un particolare motore grafico tutto in 3D, ma con una visuale piuttosto atipica. Funziona bene e tutto si muove fluidamente, anche quando si affrontano le curve con così tanto furore!
recruiting drive.tif
Il cerchio verde indica il nemico che si sta mirando o tenendo sotto tiro dopo aver premuto “R”. Ognuna di quelle frecce rosse indica un poveretto che va strapazzato di piombo mentre l’icona blu in basso segnala la presenza di un giubbotto antiproiettile quanto mai utile.
street of rage 1.tif
La funzione GPS, la cui presenza è testimoniata da quelle frecce blu, permette di non perdersi davvero mai. Huang la sta sfruttando per andare nel bel mezzo del Bronx, o meglio del quartiere Dukes.
street of rage 2.tif
In questa missione Huang sta aiutando un poliziotto (corrotto, pare), ma l’importante è non sparare con troppa foga vicino a quelle cisterne di carburante, o sarà l’inferno sulla terra.
streets of rage 028.tif
Il bestio che sta sparando, in alto nell’immagine, va stanato con una bella granata. Per lanciarla è sufficiente muovere lo stilo sul touch screen disegnando la direzione e la forza impressa: non preoccupatevi, è molto più semplice di quanto non sembri dalla spiegazione.
Chaingun Assassin.tif - VA MESSA DOPO L’IMMAGINE PRECEDENTE, NON PER FORZA ATTACCATE, MA COMUNQUE DOPO, NON NELLE PAGINE PRIMA DI QUELLA IN CUI COMPARE streets of rage 028
Ricordate il tizio della granata di cui vi abbiamo parlato in una didascalia precedente? Be’, salutatelo con affetto, è questo pseudo Will Smith qua sopra,
welcome to liberty city.tif - SI PUO’ METTERE A PAGINA 2 VOLENDO, ANZI, SAREBBE MEJO
Ecco come si apre Chinatown Wars: Huang, il protagonista, sta volando negli Stati Uniti per scoprire la verità sulla morte di suo padre.
digging for guns.tif
Una delle prove interattive del gioco: armati di Stilo occorre spostare la spazzatura per cercare una pistola che, per una volta, sostituisca i servigi di Ammu Nation (ah proposito, sono tornati in attività dopo la vacanza da GTA IV).
triad tatoo.tif
Quando un nuovo membro entra a fare parte della propria triade, va marchiato perché ne vada orgoglioso e non se ne dimentichi troppo in fretta: una scusa per muovere con precisione il pennino sul touch screen.
Yu Jian 40.tif
Uno dei modi per rubare le auto e farle partire prevede di devastare il blocchetto d’accensione con un cacciavite. Ma ne esistono tanti altri.
[[ACHTUNG! Se volete potete mettere le rimanenti immagini della cartella Cut Scenes tutte vicine come in una pellicola cinematografica o qualcosa di simile. Ma forse, dato che abbiamo poche immagini, è meglio metterle in giro normalmente. Se le mettete in giro normalmente, mettete le dida a ogni immagine, poi le faccio a schermo]]
C’è davvero chi è arrivato fino a qua? Ma non avete letto pure tutte le didascalie, giusto? Comunque sia: l’esperimento è concluso e per completezza segnalo che le indicazioni alla redazione sono state così numerose, soprattutto per l’impaginazione, perché nei giorni immediatamente successivi all’invio non sarei potuto passare di persona negli uffici a seguire il lavoro e ad aiutare. Anche se, in effetti, molto spesso i miei articoli da collaboratore venivano spediti con segnalazioni simili (soprattutto a NRU: aver lavorato assieme, ogni giorno, per i sei anni precedenti aveva creato un delizioso rapporto di odio/amore - ma più amore, spero).
Rileggendo ora, non sono sicuro che potessimo citare questa roba sulle pagine di Nintendo la Rivista Ufficiale senza contravvenire all’accordo che ci legava a Nintendo. O forse sì, forse viva i giochi con le droghe, Luigi!
Inizio a capire perché non mi facessero mai il regalo a Natale.