Intergalactic: Neil Druckmann e Naughty Dog creano franchise
Il presidente dello studio di Uncharted e The Last of Us è già diventato qualcosa di più e di diverso da tutti gli altri grossi calibri dei videogiochi (tranne uno).
Qualche anno fa mi sono ritrovato di fronte a Neil Druckmann, oggi Presidente e Studio Head di Naughty Dog, tra gli sviluppatori di videogiochi più apprezzati e di successo degli ultimi quindici anni. Ma di chi sto parlando? È Druckmann o l’intera famiglia di Naughty Dog ad aver raggiunto un gradino tanto alto sulla scalinata in marmo della hall of fame dei creatori di videogiochi? Chiunque sappia quante persone, idee e abilità differenti servano per mettere e poi tenere assieme un videogioco simile a quelli confezionati da Naughty Dog, sa anche che non può che essere un enorme sforzo di gruppo. È difficile trovare un impronta autoriale dentro a questi che chiamiamo “videogiochi AAA”, perché sono quelli su cui si concentrano le speranze dei loro editori di ricavarne enormi profitti (non per nulla hanno anche enormi costi).
L’impronta Naughty Dog ce l’ha. Non solo nel logo dello studio, ma anche dentro ai suoi videogiochi. È stato un processo lungo ma tutto sommato abbastanza lineare, in particolar modo da quando la software house californiana è diventata parte della galassia di studi di proprietà di Sony Interactive Entertainment (è successo all’inizio del secolo, quando Naughty Dog si era messa alle spalle Crash Bandicoot ed era pronta a lanciare Jak & Daxter). Con Uncharted e poi The Last of Us, Naughty Dog ha individuato un suo modo di fare i videogiochi, che riesce a trarre forza da una dimensione narrativa e cinematografica molto spiccata, senza tradire la natura e le caratteristiche tipiche del videogioco, quindi offrendo sempre una sfida di buon livello.
Quella volta che mi sono ritrovato di fronte a Neil Druckmann, lui stava scivolando tra i suoi appuntamenti all’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles, lontano dai palchi e dagli occhi delle telecamere. Si muoveva trafelato e guardava in basso, come a disinnescare ogni possibilità di “ehi, ma tu sei Neil Druckmann, vero?”. Mentre vedevo Drcukmann allontanarsi, ho sentito un po’ di quell’aura tipica del Tizio Famoso (o del combattente di Dragon Ball, dipende un po’ dal contesto). O meglio, non solo del Tizio Famoso, ma della star. Ho avuto occasione di partecipare a incontri e intervistare Shigeru Miyamoto, Eiji Aonuma, Will Wright, Warren Spector, Yuji Naka, Dino Dini e un po’ di altri autori riconosciuti come delle autorità nel mondo dei videogiochi. Ma ho sentito quella vibrazione solo nei paraggi di Druckmann. Se qui volete citare l’altrettanto famoso ritornello del Vitello dai piedi di balsa degli Elio e le storie tese, non vi fermerò (ma non credo che spieghi il perché di quello che è successo).
In questi giorni Naughty Dog e Sony Interactive Entertainment hanno presentato Intergalactic: The Heretic Prophet. Non è solo il nuovo gioco di uno studio all’apice del suo successo, ma “il nostro nuovo franchise”, come specificato nelle comunicazioni ufficiali. E le comunicazioni ufficiali riguardanti Intergalactic: The Heretic Propeht portano una sola firma, quella di Neil Druckmann. Anche su X è stato Druckmann a togliere il velo che copriva un progetto che è in lavorazione dal 2020. Lo ha fatto citando un suo post del 2011 in cui annunciava The Last of Us, definendolo “il nostro quarto franchise”. E anche su X, riguardo a Intergalactic: The Heretic Prophet, Druckmann ha scritto1: “è il nostro quinto franchise”.
Qualcosa di molto simile è stato fatto nel trailer del gioco, mandato in mondovisione al termine di una sontuosa edizione dei The Game Awards che si sono celebrati a Los Angeles il 12 dicembre. Nei primi secondi del filmato si susseguono i nomi dei lavori precedenti di Naughty Dog: Crash Bandicoot, Jak & Daxter, Uncharted e The Last of Us. Gli storici del videogioco potrebbero voler muovere un appunto: Naughty Dog non nasce con Crash Bandicoot (1996), ma con Rings of Power (1992), seguito poi da Way of the Warrior (1994), due giochi che ottennero risultati molto modesti. È però vero che dal debutto di Crash Bandicoot e fino a oggi, Naughty Dog è stata molto attenta, rigorosa, metodica: tutti i suoi giochi sono diventate delle serie. Sotto il suo controllo, il già citato Crash Bandicoot si è moltiplicato in tre episodi principali, per poi essere lasciato alle “cure” di chi deteneva i diritti sulla proprietà intellettuale (oggi il peramele protagonista dei giochi è tra gli asset di Activision… anzi, scusate, di Microsoft). Jak & Daxter ha prodotto quattro videogiochi, Uncharted ha toccato quota cinque giochi e The Last of Us si è fermato a due e un pezzetto (l’episodio laterale Left Behind, del 2014).
Quindi è vero, la Naughty Dog degli ultimi trent’anni, o poco meno, crea videogiochi di successo che si allargano fino a diventare dei franchise. Ha perfettamente senso che le parole utilizzate per introdurre al mondo Intergalactic: The Heretic Prophet siano state quelle già citate. Vuole anche dire che in Naughty Dog e in Sony sono tutti fiduciosi sulle possibilità di Intergalactic di proporre perlomeno un secondo videogioco, a un certo punto. Un punto che rischia di arrivare tra un bel po’: l’assenza di una qualsiasi indicazione sul periodo di uscita mi fa ritenere credibile pensare che questo Intergalactic non sarà pronto prima del 2026 (nella migliore delle ipotesi), il che peraltro farà segnare il periodo di assenza dalle scene di Naughty Dog più lungo della sua storia: sei anni.
Intanto il dubbio iniziale rimane: Naughty Dog e Neil Druckmann stanno diventando un sinonimo? Druckmann si sta “mangiando” Naughty Dog di fronte all’opinione pubblica? Ha senso arrivare a una tale sovrapposizione quando, come dicevo molti paragrafi più in su, lo studio di Santa Monica conta su centinaia di altre persone che lavorano sui suoi videogiochi? Venerdì, il giorno dopo i The Game Awards, il quotidiano online Il Post ha riservato un articolo a Intergalactic, presentandolo così:
Il Post non è solito dedicare articoli a qualsiasi argomento possa anche solo vagamente raccogliere qualche click perché è l’argomento del giorno. Non pratica la disciplina della pesca a strascico, quella per cui puoi vederti passare davanti la recensione dell’ultimo videogioco di Mario su un sito dal nome “Montagna ed escursioni” (sapete bene che è tutto vero). E l’articolo del Post su Intergalactic non è una lunga e approfondita disamina sulla storia e le peculiarità dello studio di Naughty Dog o di Neil Druckmann. È invece una notizia, pensata per raccontare la stretta attualità. Insomma, per Il Post l’annuncio di un nuovo videogioco “dell’autore di The Last of Us” è roba importante.
In anni più o meno recenti ci sono stati degli avvicendamenti in ruoli cardine all’interno di Naughty Dog. Dopo dieci anni di successi, nel 2014 Amy Hennig, a quel punto Creative Director della serie di Uncharted (che aveva contribuito a concepire), lasciò lo studio. Nel 2023 è stato Evan Wells, Presidente di Naughty Dog, a salutare quello che i dipendenti chiamano “kennel” (canile).
Non potrei avere maggiore fiducia nelle capacità di Neil [Druckmann] di proseguire nella gestione dello studio.
Così scrisse Wells in una lettera aperta2 pubblicata sul sito di Naughty Dog. Quindi sì, tecnicamente ha un certo senso dire che Druckmann sia Naughty Dog. L’aura che ho avvertito alla sua presenza era, però, qualcosa di ancora differente: il successo della serie televisiva di The Last of Us (HBO), di cui Druckmann è accreditato come co-ideatore e co-sceneggiatore, ha contribuito ad aggiungere una percentuale di Hollywood nella composizione chimica e genetica del quarantaseienne nato a Tel Aviv.
Nelle ore successive alla trasmissione del trailer, Druckmann ha pubblicato alcune foto3 che ritraggono Hideo Kojima (Metal Gear Solid, Death Stranding) emozionato di fronte a Druckmann che gli dà una dimostrazione della versione preliminare di Intergalactic: The Heretic Prophet. Sono quei due, Kojima e Druckmann, a incarnare figure differenti nel pantheon dei videogiochi. Qualcosa di avvicinabile, per fascino e carisma, ai grandi registi del cinema o della televisione. E per Druckmann io ci vedo anche qualcosa del musicista di successo.
Infine: caso mai interessasse a qualcuno o a qualcuna, quello che ho visto di Intergalactic: The Heretic Prophet mi è sembrato molto promettente e potenzialmente all’altezza di quanto fatto da Naughty Dog da Uncharted 2 in avanti. Che insomma, hai detto cotiche.
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Io so solo che da quando hanno annunciato 'sto gioco non riesco a smettere di pensarci. Deformazione professionale forse, ma non vedo l'ora di saperne di più.