Everybody was Gran Turismo
Il mistero di Dragon's Dogma e i molteplici tentativi di imitare il gioco di guida per eccellenza (anche nel nome).
Ciao,
questa settimana ho scritto alcune cose sui titoli dei videogiochi e su alcuni videogiochi in particolare. Prima di lasciarvi alla lettura vi invito a partecipare a una raccolta fondi che ho aperto sul mio account Ko-Fi e che servirà a finanziare un nuovo computer con cui continuare a lavorare sulla newsletter (e non solo, ma ne riparliamo quando Nintendo annuncia Super Switch o appena un po’ prima). Potete anche vederla come un modo per pagare da 5 € in su le puntate di questa newsletter. Comunque sia, grazie per l’interessamento e, se non siete interessati, che vi si blocchi il gioco mentre state salvando, solo per qualche secondo. Giusto il tempo di rimanere senza fiato e correre con la mente al santo del giorno, per poi vedere che va tutto a posto.
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Al file con i dati del mio villaggio di Animal Crossing, vent'anni fa, non andò altrettanto bene.
Buona lettura!
Un quiz!
Quale di questi artisti compare nella colonna sonora per le versioni occidentali di Gran Turismo?
The Cardigans
Apollo 440
Manic Street Preachers
La risposta è più in basso.
Il caso del titolo “sbagliato”
A fine marzo Capcom ha pubblicato Dragon’s Dogma II, uno tra i videogiochi più attesi di una prima metà del 2024 che, per quantità e qualità delle uscite, non può certo dirsi esplosiva. Dragon’s Dogma II è il nuovo capitolo di quella che diventa così una serie, che fino a questo momento poteva contare su di un’unica uscita, risalente addirittura al 2012. Capcom ha presentato Dragon’s Dogma II a giugno del 2022, inquadrandolo con queste parole:
[Il Director Hideaki] Itsuno e il team di Dragon’s Dogma 2, che include i veterani di Dragon’s Dogma Daigo Ikeno e Kenichi Suzuki, stanno lavorando duramente per creare il seguito e saranno felici di condividere maggiori informazioni in futuro.
Che sia un seguito non è in dubbio. Anche nel comunicato stampa diffuso nei giorni della pubblicazione del gioco, Dragon’s Dogma II conferma la sua natura.
Oggi Capcom, uno tra i più grandi sviluppatori ed editori di videogiochi al mondo, pubblica l’attesissimo action-RPG Dragon’s Dogma 2 per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC via Steam. Il seguito del classico del 2012 Dragon’s Dogma propone un mondo fantasy ricco e tutto da scoprire, costruito utilizzando il RE ENGINE di Capcom, in cui le scelte e la creatività consentono ai giocatori di dare forma alla loro personalissima esperienza di gioco.
C’è altro da notare, oltre al fatto che Capcom evita accuratamente di utilizzare il numero romano “II” nel citare il titolo del gioco (forse per renderlo meno equivocabile e per suggerire di cercarlo con quella grafia sulla rete): chiunque abbia giocato anche solo per cinque minuti a Dragon’s Dogma II sa che c’è qualcosa che non va. Anche meno di cinque minuti, perché è sufficiente lanciare Dragon’s Dogma II (o 2) per accorgersi che nella schermata dei titoli manca qualcosa.
Chi vuole addentrarsi nella creazione del proprio personaggio, assistendo poi alle primissime sequenze di gioco, vedrà comunque comparire nuovamente il titolo del gioco. E di nuovo c’è qualcosa che non va.
In rete si sono chiesti in tanti il perché di questa scelta, cioè di utilizzare il titolo “Dragon’s Dogma” e basta, senza alcun numero in fondo. In parte è spiegabile fidandosi di quanto detto da Hideaki Itsuno durante alcune interviste, quando ha specificato che Dragon’s Dogma II può essere visto come il nuovo tentativo di realizzare l’idea che già era alla base del gioco del 20131 e non tanto quello di dargli un seguito vero e proprio. Poi, però, c’è da tirarsi via il cappello, perché solo addentrandosi nel mondo di Dragon’s Dogma II si può scoprire il motivo di quel titolo apparentemente sbagliato. Giocare in questo modo con un titolo non è una novità assoluta, ma ci va molto vicino. Sono pochi i videogiochi che hanno dimostrato una sicurezza tale da permettersi di rompere la barriera che divide il mondo di fantasia dentro cui vivono e allungare le mani sul nostro, sulla realtà in cui quel gioco esiste come prodotto commerciale con determinate caratteristiche (da piegare ai propri scopi, almeno un po’).
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Everybody was Gran Turismo
A proposito di titoli di videogiochi, quelli di alcuni casi di estremo successo a volte diventano degli esempi da seguire. Alla fine del 1997 Sony pubblicò il nuovo gioco di uno studio giapponese fino a quel momento poco considerato: Polys Entertainment. Nei primi anni di PlayStation, Polys Entertainment si fece notare per due giochi di guida molto particolari: Motor Toon Grand Prix e Motor Toon Grand Prix 2. La formula richiamava in parte quella di Mario Kart di Nintendo, ma aggiungeva un particolare effetto che faceva deformare i veicoli a seconda della velocità e dei movimenti, quasi che fossero fatti di gelatina. A me Motor Toon GP 2 era piaciuto abbastanza. Per un po’ se ne parlò sulle riviste di settore, ma l’attenzione passò velocemente ad altro.
Come si diceva, lo stesso studio e lo stesso responsabile (Kazunori Yamauchi) un anno e mezzo dopo il lancio di Motor Toon Grand Prix 2 completarono i lavori su un altro gioco. C’entravano ancora le auto, ma le cose si erano fatte molto più serie perché quel gioco era Gran Turismo. Il successo fu immediato: la critica era concorde nel ritenerlo2 il nuovo punto di riferimento per il genere, quello delle simulazioni di guida, che di fatto aveva appena fondato in ambito console. Gran Turismo divenne uno dei tanti successi planetari della prima PlayStation, ma anche tra questi raggiunse una rilevanza differente, esclusiva di pochi nomi di grandissimo livello (Tekken, Final Fantasy e Metal Gear Solid).
Gran Turismo inaugura una nuova era per i simulatori di guida. Su quelli che verranno pende un nuovo termine di paragone. Il racing game finalmente si evolve, acquista spessore, si libera dalla crisalide e vola via verso nuove soluzioni ludiche.
Marcello “Morpheus” Cangialosi - Super Console PlayStation3
Era evidente che il resto del mercato avrebbe seguito l’esempio e così avvenne: si susseguirono svariati tentativi di sintetizzare un altro gioco di guida che unisse a un modello di guida piuttosto esigente, almeno per l’epoca, una smodata passione per l’automobile come opera di ingegneria e di design. Al centro di Gran Turismo ci sono l’amore per la guida e per le vetture, e nessuna delle due passioni prevale sull’altra. Alla fine, solo Microsoft con Forza Motorsport, realizzato dai Turn 10 Studios, riuscirà a costruire un franchise all’altezza di Gran Turismo. Ma se lo chiedete a me, la differenza tra i due c’è ed è palese: uno è giapponese e di Kazunori Yamauchi e l’altro no.
Prima e dopo Forza Motorsport ci fu spazio per svariati tentativi di minor successo, ma la parte più curiosa (almeno per questa newsletter) è che non solo si provò a emulare il sistema e lo stile di gioco, ma anche il gusto e il suono di quel titolo in italiano. Dopotutto la storia dei motori e delle gare automobilistiche ha un rapporto molto stretto con il nostro paese.
Ecco alcuni esempi.
GT 64 Championship Edition (1998)
Se non è il primissimo “fan” di Gran Turismo, GT 64 Championship Edition ci va molto vicino. La libreria di giochi per Nintendo 64 era drammaticamente sprovvista di un gioco di guida dal taglio realistico, ma il tentativo della piccola Imagineer portò a ben poco. Idealmente era come se avesse rotto il cambio già alla seconda curva del primo giro: non ci fu mai gara. Di lui ci rimane quel “GT” nel titolo, che non può essere un caso.
Sega GT (2000)
Nel 2000 Sega è alla disperata ricerca di uno o più salvagenti per il suo Dreamcast, la console lanciata nel 1998 che, nonostante l’eccellente fattura e un buon numero di giochi di qualità, fatica ad affermarsi presso il grande pubblico. Come già nell’esempio precedente, Sega GT è fin dal nome il Gran Turismo di Sega. Gli sforzi di Wow Entertainment, il team interno a Sega che si occupa dello sviluppo, spingono a pieni giri motore di buon livello. Non riesce a bissare il successo dell’originale Gran Turismo, ma garantisce almeno un’altra uscita due anni più tardi (Sega GT 2002, 2002).
auto modellista (2002)
Capcom ha annunciato oggi auto modellista [sic], il primo vero gioco di corse cell-shaded in stile arcade per PlayStation 2 computer entertainment system. Progettato per catturare l’essenza di una vera esperienza di guida, auto modellista permette ai giocatori di personalizzare fin da subito delle auto realmente esistenti e di ottenere dei componenti per potenziarle. Tra le licenze ci sono quelle di marchi celebri come Mazda, Honda, Toyota, Nissan, Mitsubishi e Subaru, a garantire il massimo realismo.
Dal comunicato stampa di presentazione - 22 maggio 2002
auto modellista, scritto esattamente così, si fece notare per uno stile grafico (qui definito “cell-shaded”) che nel 2002 era molto in voga, spinto inizialmente da Jet Set Radio (Sega, 2000) e poi da The Legend of Zelda: The Wind Waker (Nintendo, 2002). Capcom definisce auto modellista come un gioco di corse “in stile arcade”, ma ci tiene a sottolineare la centralità e il realismo conferito dalle licenze di brand molto conosciuti. E poi c’è quel nome, perfettamente in linea con quello di Gran Turismo. Una nota di colore: il Director di auto modellista fu… Hideaki Itsuno, lo stesso del Dragon’s Dogma che ha aperto questa puntata.
Racing Evoluzione (2003)
Questa volta giochiamo in casa, perché Racing Evoluzione è realizzato da Milestone, lo studio italiano di sviluppo di videogiochi di maggior successo (dal 2019 entrato a far parte di THQ Nordic). Evoluzione è una parola che ha un suono molto italiano, ma che non risulta affatto misteriosa agli anglofoni. Peccato che nel Nord America Infogrames deciderà di pubblicarlo cambiando il nome nell’atroce Apex.
Enthusia Professional Racing (2005)
Nel 2005 è il turno di Konami di giocare alla roulette del racing game simulativo ed è una delle rare volte che la storica etichetta giapponese si propone nel genere. La roulette è anche il metodo scelto per assegnare ai giocatori le nuove vetture, tutte riprodotte partendo da modelli realmente esistenti.
Destinato a essere il gioco di corse più realistico di sempre, Enthusia Professional Racing includerà centinaia di auto da oltre 40 costruttori reali: ogni auto è stata guidata e registrata dal vivo dal team di sviluppo.
Dal comunicato stampa di presentazione - 4 maggio 2004
La parte esotica del titolo, Enthusia, vorrebbe richiamare l’idea dell’entusiasmo. Enthuse è un verbo inglese, che nella formulazione “enthuse over something” indica proprio l’entusiasmo nei confronti di qualcosa. Purtroppo per Konami non si ricorda particolare entusiasmo suscitato dal gioco.
Appunti per un futuro migliore
Altri aspetti legati ai titoli dei giochi di cui avrei voluto parlare e invece è finito lo spazio:
I nomi di progetto
I nomi dei giochi AAA e di quelli III(ndie)
I nomi che poi cambiano
Recupererò nel prossimo futuro!
La risposta al quiz!
Nell’edizione per il Nord America e l’Europa di Gran Turismo, il filmato introduttivo era accompagnato da “Everything Must Go” dei Manic Street Preachers, in un remix firmato dai Chemical Brothers.
HUZZAH!
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So che l’avete canticchiata.
Febbraio 1998, #45
Adesso voglio lo spoiler, perché Dragon's Dogma ha senso e lo si capisce giocandolo?