Dimmi che sei Metal Gear
Le tre parole con cui Hideo Kojima vuole riprendersi la sua band: Tactical, Espionage, Action.
Ciao,
scusate l’intrusione fuori programma nella casella email. La puntata settimanale delle Parole dei videogiochi arriva domani, ma questa è una cosetta extra messa giù un po’ al volo dopo aver seguito State of Play, l’aggiornamento dal mondo PlayStation trasmesso ieri sera. Mi pare che rientri perfettamente nei confini di questa newsletter e quindi…
Tra le parole che hanno accompagnato nel mondo Metal Gear, ci sono quelle non proprio musicali che campeggiano sul retro della confezione occidentale del gioco per Nintendo Entertainment System dal 1988. Identificano il nome del primo nemico di Solid Snake: Vermon CaTaffy. Trattasi del leader dell’organizzazione terrorista nota come Outer Heaven, fratello di ben ventisette sorelle e originario della Mongolia. Ma comunque, lasciamo CaTaffy dov’è rimasto finora: tra il dimenticatoio e i progetti dedicati dei veri Ultra-impallinati della serie Metal Gear, creata da Hideo Kojima dieci anni prima dell’episodio che l’ha trasformata, quello del 1998.
È in Metal Gear Solid che vengono avvicinate le tre parole che diventano parte stessa dell’identità del gioco e della serie: Tactical. Espionage. Action. Quando trovi una tagline che funziona, hai già costruito un pezzettino importante dell’identità del tuo brand (solo a scriverlo mi dispiaccio). Lo stesso anno, il 1998, ci consegna anche un altro esempio eccellente: The Real Driving Simulator, l’etichetta auto-assegnatasi a/da Gran Turismo.
Tattica, spionaggio, azione è il trittico concettuale che ha ripescato Kojima per annunciare un nuovo progetto che la sua Kojima Productions realizzerà assieme a Sony Computer Entertainment e Columbia Pictures. Il rispettatissimo autore giapponese ha affiancato Hermen Hulst, Head of PlayStation Studios, in un messaggio registrato negli studi di posa californiani di Sony. L’occasione era importante e le parole scelte sono state chirurgicamente precise. Kojima e Sony hanno annunciato il nuovo Metal Gear, sapendo di non poterlo fare tecnicamente, perché il marchio è di Konami, ma raggiungendo di fatto l’obiettivo. Proprio specificando che il gioco, su cui si metteranno al lavoro non prima del 2025, non è un gioco d’azione, non è un gioco d’infiltrazione, ma è un “[tactical] action-espionage [game]”. Come se ne fossero mai esistiti altri.
With the full support of Sony Interactive Entertainment, this new action-espionage game will use cutting-edge technology and a stellar cast to deliver an experience like no other. Blurring the boundaries between film and games, offering near life-like graphics and a new take on interactive entertainment.
Hideo Kojima – Founder/Director Kojima Productions1
Con il totale supporto di Sony Interactive Entertainment, questo nuovo gioco in stile action-espionage utilizzerà tecnologia all’avanguardia e un cast stellare per offrire un’esperienza mai vista prima. Rimetterà in discussione la differenza tra film e videogiochi, offrirà una grafica fotorealistica e presenterà una nuova interpretazione dell’intrattenimento interattivo.
Il settore conosce quei giochi come “stealth game” o, più generalmente, come “action game” o qualsiasi altra combinazione equivalente. Tactical, espionage e action sono propri di Metal Gear Solid, non vengono utilizzati e quindi associati a nessun altro progetto. In questo caso è scivolato via “tactical”, ma insomma, cambia proprio poco.
Mentre sceglieva quelle parole, ho pensato: “adesso tirano in mezzo anche Konami”. Per un paio di secondi mi è parso credibile, o almeno più credibile rispetto al solo riappropriarsi da parte di Kojima dei “segni particolari” indicati sulla carta d’identità digitale della serie di Snake e compagni. Invece no e, anzi, Kojima ha rimarcato una volta di più che Metal Gear è cosa sua e che i rapporti con i suoi ex datori di lavoro rimangono non esattamente amichevoli.
La determinazione di Kojima, che ha trovato in Sony una sponda, mi ha ricordato la pagina pubblicata sul Chicago Tribune nel 2005 con cui Billy Corgan annunciò di volersi “riprendere la band, le canzoni, i sogni”2, gli Smashing Pumpkins (la cui avventura si era interrotta cinque anni prima, dopo lo scioglimento voluto da tutti gli interessati). Anche Kojima vuole riprendersi la sua band e l’accostamento non è così azzardato, conoscendo la passione dell’autore giapponese per la musica pop-rock.
C’è ancora un po’ di spazio per dire due cose sulla necessità o la voglia di annunciare nel 2024 un gioco che, da quanto ci è dato capire, non è nemmeno entrato in faso di pre-produzione e che, considerata l’ambizione specifica del progetto (“Rimetterà in discussione la differenza tra film e videogiochi”) e più generale dell’autore, richiederà molti anni di sviluppo. Non mi pare ipotizzabile un’uscita precedente al 2030 e quindi già ampiamente in era PlayStation 6. Le due cose che ho da dire a riguardo: molto male.