Una nuova puntata prima di Grand Theft Auto VI
Tra le cose improbabili successe oggi, c'è anche questa. E il rinvio di GTA VI.
Sono abbastanza sicuro che conosciate la formula “before Grand Theft Auto VI”, una sorta di meme che viene utilizzato per commentare eventi improbabili, riconoscendo che hanno fatto in tempo a tramutarsi in realtà “prima dell’uscita di Grand Theft Auto VI”. Sottolineando ovviamente che l’uscita di GTA VI sia tutt’altro che probabile.
Da oggi, 2 maggio 2025, la pubblicazione di Grand Theft Auto VI è molto probabile, anzi è sicura. O forse, da oggi, la parola fine alla storia della realizzazione di Grand Theft Auto VI potrebbe essere più lontana che mai. Dipende un po’ a chi lo si chiede, perché a seconda della naturale tendenza della persona che risponde, l’annuncio fatto oggi da Rockstar riguardo alla data di disponibilità del gioco, potrebbe essere letto con pragmatismo o accompagnato da uno stracciarsi di vesti e da interpretazioni più cupe che mai (ci ritorno su alla fine di questa puntata)
Intanto, nell’improbabile caso che questa newsletter vi trovi impreparati, la notizia è questa: Grand Theft Auto VI uscirà il 26 maggio 2026. Tra poco più di un anno, quindi. Fino a oggi la convinzione era che il gioco sarebbe stato consegnato al pubblico entro la stagione natalizia di quest’anno. Questo non perché si soffra tutte e tutti di allucinazioni collettive, ma perché lo aveva ribadito l’editore del gioco, Take-Two, a febbraio. Per rimanere fedele alla natura di questa newsletter, dovrei come minimo arzigogolare attorno alle parole utilizzate dal comunicato stampa diffuso oggi, ma non c’è davvero nulla di interessante.
L’uscita di Grand Theft Auto è stato riposizionata al 26 maggio 2026.
Siamo dispiaciutissimi che [questa data] sia più in là di quanto vi aspettaste. L’interesse e l’emozione che circonda un nuovo Grand Theft Auto hanno davvero toccato l’intero team. Vogliamo ringraziarvi per il supporto e la pazienza che avrete durante la fine dello sviluppo del gioco.
Ogni gioco che abbiamo mai pubblicato ha sempre perseguito lo stesso obiettivo: andare oltre le vostre aspettative. Grand Theft Auto VI non fa eccezione. Speriamo che capirete che il tempo in più ci servirà per farvi avere quel livello di qualità che vi aspettate che meritate.
Speriamo di poter condividere maggiori informazioni quanto prima.
Nessuna persona sana di mente pretende da una multinazionale un manoscritto firmato col sangue e bagnato delle lacrime, per segnalare che si potrà acquistare un videogioco un po’ più in là rispetto a quanto previsto. Quindi non deve sorprendere nessuno il catasto di formule trite e ritrite messe assieme dal breve comunicato di Rockstar Games.
Tutto quello che spiega questo breve testo, è che il rapporto con il pubblico è sempre più deteriorato e si è ormai rinsecchito, aderendo al modello di uno stucchevole gioco delle parti. Mi pare di averlo già scritto in altre occasioni, in questa newsletter, ma è evidente che quando Rockstar Games, Ubisoft, CD Projekt RED, Electronic Arts, Nintendo o chi per loro si ritrovano a scrivere l’equivalente di “speriamo che ci capirete” o “ci dispiace davvero molto”, quello di cui sono preoccupate queste enormi aziende è solo che la gente inizi a scapocciare di brutto e a impestargli gli account social. O a vaneggiare di ripicche e a sventolare la minaccia di un boicottaggio.
Sono piuttosto convinto che se ci fosse stato modo di consegnare un videogioco rispettoso dell’idea che ha Rockstar di Grand Theft Auto VI, entro i tempi previsti nell’ultimo anno e mezzo, sarebbe successo. E sarebbero Rockstar Games e l’editore Take-Two a volerlo prima di tutti gli altri. Non tanto per chissà quale profonda forma di rispetto umano verso una massa informe e senza volto costituita dagli oltre cento milioni di acquirenti di Grand Theft Auto V. Ma perché non esiste, oggi, una scommessa più sicura di questa per riempire le casse.
Non penso proprio che il modello Chinese Democracy possa applicarsi a GTA VI. Nel 1991 la band statunitense Guns’n Roses era al vertice del mercato pop-rock. Pubblicò due album nello stesso giorno, Use Your Illusion I e Use Your Illusion II, e poi partì per un tour. I lavori sul seguito durarono a tal punto che, nel frattempo, il gruppo implose salvando solo il cantante Axl Rose, che intanto si ritrovava a capo di una band che era del tutto scomparsa dai radar, sostituita da altri artisti più in linea con la musica del momento. Chinese Democracy, il disco successivo, venne pubblicato nel 2008. E lasciò il tempo che trovò. A GTA VI non succederà, perché GTA Online è rimasto a sorvegliare il fortino fino a questo punto, comportandosi molto bene. E anche perché il credito di cui gode la serie è probabilmente al suo picco assoluto.
Le conseguenze dirette di questo annuncio sono differenti:
Intanto ci sono i titoli e le parole scelte dalla stampa specializzata (e non) per commentare il fattaccio
Poi c’è la possibilità che ora altri editori raccolgano il coraggio a due mani e comunichino le date di uscita dei loro giochi autunnali
Infine c’è anche il contraccolpo sul titolo di Take-Two nell’indice Nasdaq della Borsa di New York, che ha perso oltre il 10% in apertura di giornata (ma probabilmente non ce ne frega nulla)
Mi concentro sul primo punto, anche perché sul secondo non resta che aspettare e scoprire chi si lancerà sulla torta di una stagione natalizia improvvisamente senza padrone.
La previsione che il 2025 avrebbe segnato un ritorno alla crescita per il mercato console, ora è in forte dubbio.
Ha scritto Christoper Dring nella sua eccellente newsletter The Game Business.
Davide Leoni di Everyeye inizia il suo pezzo con una considerazione che ho trovato molto curiosa:
A sorpresa, Rockstar Games ha annunciato la data di uscita di Grand Theft Auto VI: contrariamente alle previsioni e alle rassicurazioni, GTA 6 non uscirà quest'anno ma arriverà a metà del 2026.
“A sorpresa”, cioè Rockstar Games o Take-Two non hanno fatto precedere all’annuncio… un altro annuncio? L’annuncio di un annuncio? Non sarebbe una novità in senso assoluto, ma arrivare addirittura a rimarcare la mancanza di una costruzione così traballante mi pare… sorprendente (questa volta sì).
Marcello Paolillo di Spaziogames interpreta in maniera efficace un sentimento che immagino possa essere diffuso e condiviso:
Dopo anni di hype e attese, sapere quando potremo finalmente mettere le mani su GTA 6 dà un senso di realtà a quello che finora sembrava quasi un mito
Non sarei pronto a giurare che oggi sia la sensazione che va per la maggiore, quella della soddisfazione di poter finalmente avere una data da immaginare e attendere, ma forse da domani anche chi oggi gira per casa cercando degli spigoli vivi, potrà aggrapparsi a questa idea. E qui, già che ci sono, torno alla considerazione iniziale sull’interpretazione piena di ottimismo o affossata dal pessimismo degli avvenimenti di oggi. Comunicare una data precisa, come ha appena fatto Rockstar Games, non esclude in nessun modo il poterla disattendere. Tutto sommato non sarebbe così diverso da quello che è stato fatto oggi rispetto al periodo comunicato in precedenza. E allora non è da escludere che questo possa essere visto come il primo di una serie di rinvii. È anche ovvio che, quando un gioco simile ci mette circa tredici anni (!) a concretizzarsi (perché GTA V è classe 2013), di posticipi rispetto ai piani iniziali ce ne siano già stati svariati. Per quanto mai resi pubblici.
Gamespot, intanto, non fa sconti e fa parlare i fatti:
Come qualsiasi altro gioco di Rockstar negli ultimi dieci e passa anni, GTA 6 è stato rimandato. Arriverà a maggio 2026.
Mi sento solo di aggiungere che negli ultimi dieci anni e poco più, Rockstar Games ha completato solo due giochi: Grand Theft Auto IV (2013) e Red Dead Redemption 2 (2018). Non va scordato che ha lavorato in maniera continua e con abnorme profitto a Grand Theft Auto, ma comunque parliamo di un numero incredibilmente esiguo di giochi. Tanto da farmi tornare in mente che quello di Rockstar Games non può essere un modello da seguire. Mi è chiaro che i loro risultati commerciali siano il sogno di qualsiasi editore, ma mi paiono ormai appartenere a una dimensione tutta loro, un’eccezione dorata. Finché dura.
Ci si rilegge tra qualche giorno, con una puntata dedicata a un termine molto conosciuto e a un genere in grande crescita, anche attraverso le opinioni di un paio di ospiti (se tutto va come deve).
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